Ue: vietato usare l’espressione “periodo natalizio”? Interrogazione di alcuni eurodeputati alla Commissione europea
“In un documento interno intitolato ‘#Unione dell’uguaglianza. Linee guida della Commissione europea per una comunicazione inclusiva’, vengono indicati i criteri per la comunicazione esterna ed interna della Commissione europea. Tra le raccomandazioni, si prevede di non utilizzare parole ed espressioni di uso comune”.
È l’incipit di una interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione europea, firmata da Antonio Tajani e altri parlamentari europei del gruppo Ppe. “In particolare, nel documento si invitano i dipendenti della Commissione europea a non riferirsi espressamente al ‘periodo natalizio’ e a non utilizzare solo nomi cristiani come ‘Maria o Giovanni’, perché ritenuti lesivi delle diverse sensibilità religiose”. Sulla base di questo, la Commissione europea viene così interrogata: “Ritiene che tali linee guida rispettino l’art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo sul principio della libertà di espressione, che include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza ingerenza da parte delle autorità pubbliche? Nel rispetto del principio di inclusività, quali misure intende adottare per rispettare la sensibilità della maggioranza dei dipendenti della Commissione europea? Intende modificare queste linee guida, nel rispetto delle radici cristiane dell’Unione europea?”.