Ue: il 3 febbraio summit sulla difesa. Europa in armi?

Il presidente del Consiglio europeo, il portoghese Antonio Costa, ha convocato "informalmente" i 27 capi di Stato e di governo con un solo punto in agenda: la difesa. La minaccia russa, le instabilità e i conflitti nel mondo spingono l'Unione europea a serrare i ranghi. Si discuterà di sicurezza e industria bellica: la ricerca della pace sembra passare in secondo piano

Ue: il 3 febbraio summit sulla difesa. Europa in armi?

Lo aveva annunciato con una lettera solenne e preoccupata indirizzata ai capi di Stato e di governo Ue. Il Consiglio europeo “informale” del 3 febbraio, ospitato in un castello non lontano da Bruxelles, avrà un unico punto all’ordine del giorno: la difesa europea. “Credo che condividiamo una valutazione simile delle minacce che l’Europa sta affrontando. L’aggressione della Russia contro l’Ucraina – aveva scritto il presidente Antonio Costa lo scorso 13 gennaio – ha riportato una guerra ad alta intensità nel nostro continente, violando i principi fondamentali del diritto internazionale e minacciando la sicurezza europea, unita a crescenti attacchi ibridi e informatici contro gli Stati membri e le loro economie e società”. Poi, in una riga: “La pace in Europa dipende dal fatto che l’Ucraina ottenga una pace globale, giusta e duratura”.

Da qui, la necessità di fare il punto sulla spesa bellica, sull’industria degli armamenti, sulla capacità degli eserciti dei Paesi membri di operare congiuntamente.

I linguaggi della diplomazia sono notoriamente prudenti (si parla sempre di “difesa” o di “sicurezza”), ma di fatto l’Ue, minacciata dalla Russia e considerando il ventilato venir meno dell’appoggio statunitense alla Nato, intende moltiplicare gli armamenti e rafforzare gli eserciti.
Così lunedì 3 febbraio (giorno piuttosto inconsueto per i summit dei 27 leader) si discuterà di difesa con due invitati speciali: il segretario generale della Nato, Mark Rutte, presente alla colazione, e il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer, per il quale è pronto un posto al momento del pranzo.
“In un panorama della sicurezza caratterizzato dalla guerra della Russia contro l’Ucraina, da crescenti attacchi ibridi e informatici contro gli Stati membri e dalla situazione in Medio Oriente, i leader dell’Ue – specifica il sito ufficiale del Consiglio europeo – discuteranno di difesa europea e di come rafforzare le capacità di difesa”.Specificando: “Una difesa efficace è un bene comune che va a beneficio di tutti gli europei”.
“In base al principio per il quale l’Europa deve farsi carico in misura maggiore della propria difesa e a quello secondo cui abbiamo un interesse comune a cooperare più strettamente a livello europeo”, la discussione si concentrerà sulle seguenti questioni: sviluppo delle capacità di difesa; finanziamento, comprese la mobilitazione dei finanziamenti privati, le modalità per utilizzare al meglio gli strumenti e il bilancio Ue e ulteriori opzioni comuni che potrebbero essere valutate (l’emissione di un nuovo debito comune?); rafforzamento e approfondimento dei partenariati.
Dal vertice dovrebbero emergere anche alcune linee guida da consegnare alla Commissione Von der Leyen, impegnata a stendere un “Libro bianco” proprio sulla difesa, che comprenda la mobilitazione del sistema produttivo europeo.
L’Europa, dunque, non è in guerra, come si affrettano a dichiarare pressoché tutti i capi di Stato e di governo. Eppure ci sono tre certezze: si vuole – si deve? – spendere più soldi per gli armamenti; non mancheranno i detrattori della difesa comune (primo fra tutti il premier ungherese Orban, in ragione della sua vicinanza a Putin); non ultimo, attorno alla parola pace, che è il fondamento stesso dell’integrazione comunitaria, continua pesare un sostanziale, cupo silenzio.

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Fonte: Sir