Ucraina sotto attacco, in vigore la legge marziale: "ombre buie sull’Europa"
Le associazioni condannano l’escalation di violenza ed esprimono preoccupazione e vicinanza alla popolazione ucraina. Uniti a preghiere e manifestazioni che chiedono pace e dialogo. La testimonianza dei missionari di don Orione
Erano le 4 del mattino in Italia e le 6 a Mosca, quando il presidente Putin ha annunciato l’attacco russo all’Ucraina. A raccontare cosa stia accadendo nel paese i missionari di don Orione. Don Giovanni Carollo, direttore della provincia religiosa "Madre della Divina Provvidenza" da cui dipende la missione orionina in Ucraina, è in contatto da questa notte con i sacerdoti di Don Orione presenti a Kiev e a Leopoli. "Le notizie che arrivano sono drammatiche. - raccontano in una nota - Don Moreno Cattelan, che si trova a Kiev, riferisce che 'è in vigore la legge marziale, si raccomanda di mantenere la calma e se suona l'allarme raggiungere i rifugi. Nella notte è stato bombardato l’aeroporto militare della città, situato nei pressi della casa orionina. Molte persone stanno lasciando la capitale formando lunghi incolonnamenti di auto. Non è semplice reperire carburante'".
"Anche a Leopoli (L’viv) sono suonate più volte le sirene, - fa sapere Don Fabio Cerasa - c’è un traffico pazzesco, perché tutti stanno scappando. Noi siamo qui in casa. I distributori di carburante sono presi d’assalto, così come i bancomat. L’aeroporto è stato già chiuso". Don Egidio Montanari, sempre da L’viv, riferisce che "l’attacco è su tutta la nazione, da questa mattina continuano a suonare le sirene antiaeree, non abbiamo ancora sentito esplosioni ma credo che ci sia un pericolo di bombardamento dell’aeroporto della città perché stanno facendo questo in varie città dell’Ucraina. Noi restiamo qui, non possiamo abbandonare il campo, la casa e soprattutto i nostri ragazzi disabili perché hanno solo noi. Vediamo come evolverà la situazione".
Questa mattina anche le Piccole Suore Missionarie della Carità (Don Orione) sono riuscite a mettersi in contatto con le suore che si trovano a Kharkiv, città tra le più colpite dall’attacco russo, e nella vicina Korotycz. "Suor M. Kamila da Kharkiv ha riferito che sono state svegliate nella notte dal rumore degli spari. - prosegue la nota - La situazione è molto delicata. Il Cardinale ha chiesto alle Suore orionine delle due comunità di riunirsi tutte a Korotyc, perché ritenuta più sicura e dove tra l’altro le religiose hanno uno spazio sotterraneo che in caso di pericolo useranno come rifugio. Alle Suore, appartenenti alla provincia polacca, è stato chiesto se preferivano rientrare in Polonia, ma tutte hanno scelto di rimanere accanto alle mamme, ai bambini e ai poveri che assistono. Come i sacerdoti orionini anche le suore hanno chiesto di pregare tanto". I superiori generali dei Figli della Divina Provvidenza (Don Orione) e delle Piccole Suore Missionarie della Carità, don Tarcisio Vieira e Madre M. Mabel Spagnuolo hanno manifestato alle religiose e ai sacerdoti orionini e alla popolazione ucraina la vicinanza di tutta la Famiglia Carismatica Orionina, assicurando preghiere per la pace .
Ferma e dura condanna per l’escalation di violenza arriva da associazioni e ong, che da giorni invitano al dialogo e oggi esprimono preoccupazione e vicinanza alla popolazione ucraina.
“ La guerra non deve essere la soluzione”
“L’attacco sferrato questa mattina all’Ucraina dall’esercito russo, getta ombre buie sull’Europa. La presidenza di Auser Nazionale condanna fermamente l’aggressione e fa appello al Governo italiano e agli organismi internazionali ed europei affinché si prosegua senza sosta nello sforzo diplomatico e nella soluzione politica che garantisca la pace e il diritto all’autodeterminazione dei popoli. L’impegno deve essere massimo per scongiurare una deflagrazione su vasta scala del conflitto che aprirebbe scenari gravissimi ed inimmaginabili. La guerra non può e non deve essere la soluzione alle controversie internazionali. Uniamo la nostra voce alle tante che si stanno levando in queste ore: tacciano le armi. Il nostro pensiero va inoltre alla popolazione civile e al dramma che sta affrontando, sarà quella pagherà il costo più alto”. L’associazione conferma a tutte le mobilitazioni che si stanno organizzando a livello nazionale e territoriale.
“Costruire risposte di pace non è esercizio retorico”
“In queste ore di guerra nel territorio ucraino costruire risposte di pace ai conflitti non è esercizio retorico o guardare al passato. Il servizio civile è l’istituzione della Repubblica chiamata a far crescere queste risposte di pace”. Così la Cnesc nel “condannare il ricorso agli eserciti, aderisce alla manifestazione di sabato prossimo di tante organizzazioni della società civile e auspica che anche la ministra Dadone, delegata al servizio civile, faccia sentire la propria voce ribadendo questa identità del Servizio Civile Universale”.
“Serve una linea d’intervento umanitario”
Il Modavi "sostiene l'appello del Forum Nazionale Terzo Settore a tutti i Paesi e alle organizzazioni internazionali, in particolare al Governo italiano e all’Unione europea, affinché si insista per una soluzione pacifica della crisi ucraina”. “Condanniamo - dichiara Mario Pozzi, presidente nazionale del Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano - l'inaccettabile aggressione armata di questa notte da parte della Federazione Russa: la guerra non è mai uno strumento accettabile per la risoluzione delle dispute. Tuttavia ci preme sottolineare che l'evolversi in peggio della crisi ucraina comporta da parte della UE e del Governo Italiano, una presa di coscienza che va oltre la doverosa reazione sanzionatoria. E' assolutamente plausibile che molto presto ci potremo trovare ad affrontare una crisi umanitaria senza precedenti in Europa con centinaia di migliaia di sfollati che andranno gestiti con un piano serio da approntare al più presto. La linea di intervento umanitario non è procrastinabile e la nostra organizzazione è assolutamente pronta a fare la sua parte”
Emergency: "Basta armi, basta vittime"
“È iniziata una nuova guerra in Europa. Sembrava impossibile che questa decisione prendesse il sopravvento, dopo che solo pochi mesi fa il conflitto afgano aveva dimostrato il fallimento totale della guerra e dopo due anni di emergenza sanitaria che hanno stravolto le vite di tutti noi. Invece, anche questa volta, le scelte della politica ignorano la salvaguardia della vita delle persone. Si sceglie di nuovo la logica della guerra, praticata o provocata, come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali. Chiediamo che i Paesi coinvolti tornino al tavolo dei negoziati e che l’Europa, che è stata insignita del Nobel per la pace, eserciti la sua influenza e faccia tutto quello che è un suo potere per fermare il conflitto. Chiediamo a tutti coloro che rifiutano la guerra di far sentire forte la loro voce: basta armi, basta vittime.” Così Emergency commenta l’inizio del conflitto fra Russia e Ucraina, esortando l’Unione Europea ad esercitare la sua influenza per fermare il conflitto.
“Popolazione, vera vittima del conflitto”
"È successo quanto temevamo. Come Uildm siamo vicini al popolo ucraino che in questo momento vive una situazione terribile. In questo frangente siamo preoccupati per la popolazione locale, la vera vittima di questo conflitto. Abbiamo a cuore, in particolare coloro che vivono in situazioni di fragilità, le persone disabili, chi vive in stato di povertà, gli orfani. Sono tutte persone su cui la guerra avrà le conseguenze più dure e tragiche. - così il presidente nazionale Uildm Marco Rasconi sottolinea l’appoggio alla Stato italiano per il perseguimento della pace e la protezione dei più fragili. - La guerra per noi non è mai la soluzione. Ribadiamo il nostro impegno in difesa delle persone più fragili e i valori che ogni giorno trasmettiamo anche attraverso i nostri volontari di Servizio Civile, che si impegnano alla difesa non armata e nonviolenta della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli. Sosteniamo le azioni che lo Stato italiano vorrà intraprendere per il perseguimento della pace e della serenità per il mondo intero», dichiara Marco Rasconi".
"Esponete le bandiere della pace"
"Condanniamo fortemente l’aggressione militare Russa ai danni della sovranità della Repubblica Ucraina e ci uniamo a tutte le preghiere, le manifestazioni, i cortei che chiederanno la pace e che ritengono che la pace esista solo nella giustizia, e che non siano ammesse ambiguità nel distinguere torti e ragioni, oppressi ed oppressori, aggrediti ed aggressori. Siamo vicini alle persone e alle famiglie in Ucraina sotto attacco, e ci stringiamo forte ai nostri amici del Patronato Acli lì presenti". E' il commento dell'organizzazione. "La scelta per la pace non può far dimenticare che in questo momento la Federazione Russa svolge il ruolo dell’aggressore, attentando all’integrità territoriale e alla libertà di un Paese confinante. Esortiamo tutti gli interlocutori, per primo il Governo russo, ad abbandonare immediatamente il piano del confronto armato e a tornare a quello delle trattative diplomatiche, avendo come unico bene da tutelare la libertà e il benessere dei popoli. Invitiamo per questo motivo tutte le cittadine e i cittadini ad esporre le bandiere della pace e ci uniamo, con le donne e gli uomini di buona volontà, alla giornata di digiuno per la pace promossa da Papa Francesco per il 2 marzo prossimo".
Le iniziative per la pace
Papa Francesco ha invitato a una Giornata di preghiera e digiuno per la pace in Ucraina il 2 marzo prossimo, il mercoldì delle ceneri". "Vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. - ha detto il Pontefice - Gesù ci ha insegnato che all'insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno".
La Comunità di Sant’Egidio promuove una veglia di preghiera per la pace in Ucraina questa sera ( 24 febbraio), alle 20, nella basilica di Santa Maria in Trastevere, in collegamento streaming con tutti i paesi in cui è presente nel mondo. “E’ la nostra prima, spontanea, risposta alla tragedia che si sta consumando in queste ore in Ucraina - spiega la Comunità - Non ci si può rassegnare alla guerra come ultima parola, ma occorre chiedere incessantemente la pace. E’ ciò che imploriamo per il bene dell’Ucraina e del mondo intero rivolgendoci a tutti, a partire da chi ha responsabilità sulle nazioni. Invitiamo tutti a unirsi a noi per fermare la follia del ricorso alle armi”.