Ucraina, Amnesty: “A Izium persone intrappolate negli scantinati senza acqua né cibo”
Tra il 9 e il 12 marzo Amnesty International ha raccolto drammatiche testimonianze di persone evacuate dalla città di Izium, nella regione ucraina orientale di Kharkiv, assediata e bombardata dalle forze russe dal 28 febbraio e i cui abitanti rimasti e rifugiati nelle cantine e nei sotterranei
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Tra il 9 e il 12 marzo Amnesty International ha raccolto drammatiche testimonianze di persone evacuate dalla città di Izium, nella regione ucraina orientale di Kharkiv, assediata e bombardata dalle forze russe dal 28 febbraio e i cui abitanti rimasti e rifugiati nelle cantine e nei sotterranei sono ormai a corto di cibo e di acqua.
“Decine di piccoli centri dell’Ucraina sono sotto costanti attacchi e i loro abitanti sono al centro degli scontri armati o sono assediati dalle forze russe. Le testimonianze che abbiamo raccolto rivelano il terrore di persone intrappolate negli scantinati senza quasi né acqua né cibo. Izium e altri centri che si trovano in prima linea necessitano di corridoi umanitari che consentano a chi vuole andarsene di farlo in sicurezza e garantire a chi rimane l’arrivo di forniture umanitarie”, ha dichiarato Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale.
Amnesty ricorda che i primi attacchi sono iniziati il 28 febbraio e dal 3 marzo Izium è costantemente sotto il fuoco dell’artiglieria delle forze russe. “La maggior parte della città è senza elettricità e riscaldamento e le comunicazioni di telefonia mobile sono interrotte. Secondo la procura generale ucraina, il 3 marzo un attacco russo ha gravemente danneggiato l’ospedale locale e ha causato la morte di otto persone, tra cui due bambini. Da allora vi sono state altre vittime. Gli attacchi russi hanno distrutto o danneggiato infrastrutture civili, abitazioni, scuole, asili, strutture mediche e depositi alimentari. Alcuni di questi attacchi sono apparsi indiscriminati e dunque vietati dal diritto internazionale umanitario”.
Le immagini satellitari esaminate da Amnesty International a partire dal 12 marzo evidenziano crateri e danni a luoghi che le mappe indicano come scuole e ospedali. “I forni locali sono chiusi o sono stati distrutti. Gli aiuti umanitari e il pane arrivano saltuariamente e a poche persone, soprattutto a quelle che si nascondono nei rifugi più grandi, spesso situati nelle scuole. Inoltre, molti palazzi sono privi di cantine o ne hanno di piccolissime”.
Il 9 marzo sono state evacuate solo 250 delle 5 mila persone previste. Il giorno dopo ne sono state fatte uscire altre 2 mila. Molte persone anziane e persone con disabilità non sono partite.