Tumore, Lilt: senza screening sarà la nuova emergenza pandemica
L'appello del presidente Schittulli per i 100 anni della Lega. I ritardi nell'effettuazione degli screening di prevenzione-diagnosi precoce sono "uno dei più dannosi e spesso irreparabili effetti della pandemia"
In occasione del World cancer day e dei 100 anni della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), in programma il prossimo 25 febbraio, il presidente Francesco Schittulli torna a richiamare l'attenzione sul dilagante fenomeno dei ritardi nell'effettuazione degli screening di prevenzione-diagnosi precoce "considerato ad oggi uno dei più dannosi e spesso irreparabili effetti che questa pandemia ha provocato anche su pazienti affetti da patologie tumorali".
"Fin dall'inizio dell'emergenza la linea verde nazionale SOS Lilt (800998877)- sottolinea Schittulli- ha messo a disposizione medici specialisti e psicologi per essere sempre più vicina ai cittadini, prestando loro ogni forma di assistenza socio-sanitaria. Considerevole, quanto altrettanto preoccupante- continua il presidente Lilt- è, a tal proposito, il dato che testimonia una brusca diminuzione delle visite di prevenzione (primaria, secondaria e terziaria), dei trattamenti e dello stesso follow-up. Tutto questo, naturalmente, a spese di una diagnosi precoce che troppo spesso, in questi ultimi due anni, ha compromesso sia la quantità che la qualità della vita, pregiudicando severamente la prognosi della malattia, con quanto ne consegue".
Un appello significativo quello lanciato dal presidente Lilt, in nome di un'emergenza sanitaria che si aggiunge a quella in corso e che "rischia di divenire ancor più grave, soprattutto a causa di un'altra annosa questione inerente la richiesta di abbattimento delle liste d'attesa per visite, test, analisi. Una severa criticità questa- dice Schittulli- emersa e pesantemente amplificata dall'attuale epidemia, laddove un intervento massiccio e mirato sul sistema sanitario potrebbe riuscire ad arginarne il crescente danno, oltre che puramente sanitario, anche economico e sociale".
Per il presidente Lilt è "di pari urgenza l'incisiva riattivazione degli screening (per i tumori del seno, del colon- retto e dell'utero), all'insegna di una drastica riduzione della continua asfissiante burocrazia come primo intervento, che sempre più mortifica e penalizza ad oggi cittadini, pazienti ed operatori sanitari. Tutto questo anche attraverso il coinvolgimento attivo e diretto dei presidi e delle strutture convenzionate-private (come accaduto per il Covid19), e riconsiderando il valore della di medicina territoriale con poliambulatori di prossimità per tutte le patologie più diffuse: oncologiche, cardiorespiratorie, metaboliche, neurodegnerative, a garanzia della più longeva e migliore qualità di vita".
Fondamentale, a tal proposito, "anche un'adeguata rimodulazione rispetto alle fasce di età coinvolte negli screening- conclude il presidente Lilt- prevedendo un abbassamento degli attuali standard, considerati ormai quasi inadeguati rispetto al dilagare della malattia, soprattutto a fronte di eventuali familiarità, ma anche alla luce degli ultimi dati che ne testimoniano l'insorgenza in fasce sempre più giovani, nonché dell'accresciuta aspettativa di vita".