Torna "The Good Doctor". Un medico poco socievole ma molto efficace
Fra le leve di successo di questa serie alquanto particolare, la capacità di intrecciare le vicende personali dei protagonisti con la continua necessità di interventi efficaci e risolutivi per curare i vari casi di pazienti.
Dopo una rinfrescata che in queste ultime settimane ha riproposto integralmente le puntate della prima serie, è in onda su Rai2 (domenica ore 21.00) la seconda serie di “The Good Doctor”, fiction di successo che ha per protagonista il bravo Freddie Highmore nei panni di Shaun Murphy, medico autistico dalla preparazione infallibile.
La produzione ideata da David Shore – lo stesso autore di “Dr. House” – è un “medical drama” di importazione statunitense, a sua volta remake di una serie sudcoreana pruripremiata in onda nel 2013, che anche in Italia nella prima stagione di messa in onda ha ottenuto ascolti lusinghieri con una media di quasi 5 milioni di spettatori per serata.
Fra le leve di successo di questa serie alquanto particolare, la capacità di intrecciare le vicende personali dei protagonisti con la continua necessità di interventi efficaci e risolutivi per curare i vari casi di pazienti che passano sotto le mani dell’equipe medica e in particolare del dottor Murphy. Il quale è costretto a combattere ogni giorno contro i pregiudizi dei suoi colleghi, ma ha buon gioco nel zittirli puntualmente in forza della sua preparazione medica e della sua capacità di trovare sempre la soluzione migliore visualizzando nella sua “strana” mente da autistico la patologia esatta e la cura più adatta.
La seconda stagione lo vede protagonista insieme a un cast che quest’anno si arricchisce della presenza di Lisa Eldstein, l’attrice già nota al pubblico di settore per aver interpretato la direttrice sanitaria Lisa Cuddy in “Dr. House”. Se la prima stagione ha visto il giovane medico autistico affetto da Sindrome del savant lasciare la sua città natale dopo un’infanzia travagliata per andare a lavorare nel reparto di Chirurgia del San Jose St. Bonaventure Hospital, “The Good Doctor 2” consolida la figura del protagonista rilanciando la sua capacità di curare i pazienti grazie a un’intelligenza e a una memoria fotografica decisamente fuori norma. La trama riprende da dove si era interrotta alla fine della scorsa stagione. Il giovane chirurgo, in pena per un errore di valutazione di un caso, viene punito ma non licenziato. Il che gli consente di mettersi alla prova anche fuori dalle mura dell’ospedale, in particolare in quello che costituisce il suo punto debole: la relazione empatica con altri esseri umani. Il suo mentore continua a essere il dottor Glassman, primario dell’ospedale, che lo conosce fin da piccolo e rispetto al quale a un certo punto sarà necessario recidere il cordone ombelicale.
Il filo rosso delle vicende che di puntata in puntata vedono Shaun protagonista non si dipana lungo i binari del buonismo o del pietismo. Al giovane medico autistico non si fanno sconti, anzi: gli viene chiesto di superare prove professionali molto dure, proprio in virtù del suo limite che diventa una risorsa e che lo vede in difficoltà nell’interazione con i suoi simili più che con i suoi pazienti. Un buon modo per affrontare un tema delicato e interessante, senza troppa retorica e con la giusta dose di ironia.