Studia patavina. Il focus del nuovo numero è su "Immagini del sacro". Via dialogica dell’arte
“Immagini del sacro. Per un dialogo artistico tra le religioni" è il titolo del focus pubblicato sul nuovo numero di Studia patavina, la rivista della Facoltà teologica del Triveneto. Attraverso il bello (l’emozione per il bello) il sacro incontra il cuore dell’umanità.
«Il rapporto tra sacro e bello, religione e arte, teologia ed estetica è contrassegnato da una perenne oscillazione tra rifiuto e legittimazione, negazione e alleanza» spiega Andrea Toniolo (preside della Facoltà), che assieme a Enrico Riparelli (docente) ha curato l’approfondimento. Rappresentare Dio, con immagini o parole, comporta sempre il rischio di catturarlo, ridurlo, adattarlo all’umano, strumentalizzarlo, perderne la trascendenza e la sacralità. «Pur nell’oscillazione perenne, rinvenibile in tutte le religioni, tra rifiuto e consenso, una religione senza espressione “artistica” non esiste – afferma Toniolo – L’arte nelle sue varie forme intercetta, ancora più della parola astratta, il carattere simbolico della realtà, il suo essere se stessa e più di se stessa. Nel buddhismo e induismo le immagini vengono usate come strumento di concentrazione, come rappresentazione che educa ad andare oltre. È più o meno accentuata in tutte le religioni la coscienza dell’oltre del sacro, dell’Essere (o della sua vacuità, nel buddhismo) rispetto alle sue immagini».
L’originalità del focus sta nell’evidenziare la valenza interreligiosa dell’approccio estetico, in un percorso in cinque tappe: L’arte nell’ebraismo tra divieto e mitzwà (Massimo Giuliani, Università di Trento), Cristianesimo e arte. Per una teologia dello sguardo (Sergio De Marchi, Facoltà teologica del Triveneto), Islam e arte. “Dio è bello e ama la bellezza” (Renata Bedendo, Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia), Tracce del vuoto. Arte e buddhismo zen (Raquel Bouso, Università Pompeu Fabra di Barcellona, e Marcello Ghilardi, Università di Padova) e Dialogo interreligioso e ospitalità delle immagini (Enrico Riparelli). «La via dialogica dell’arte – conclude Toniolo – rimane però una via complessa, tutt’altro che semplice e immediata, date le diverse concezioni del nesso tra sacro e bello, oscillanti continuamente tra rifiuto e alleanza. Ma è proprio tale oscillazione perenne ad aprire un varco di scambio, a ripensare la propria percezione del sacro». Info: fttr.it