Strage Erasmus, i genitori di una ragazza scrivono a Mattarella: “Tragedia insabbiata”

La lettera di Gabriele e Roberta Maestrini, genitori di Elena: “Nulla è stato fatto se non tentare di insabbiare questa immane tragedia da parte sicuramente di alcuni soggetti della Magistratura Spagnola. Dai politici promesse virtuali”

Strage Erasmus, i genitori di una ragazza scrivono a Mattarella: “Tragedia insabbiata”

“Sono trascorsi cinque anni da quel tremendo e assurdo giorno (20 marzo 2016) in cui abbiamo perso le nostre figlie, nulla è stato fatto se non tentare di insabbiare questa immane tragedia da parte sicuramente di alcuni soggetti della Magistratura Spagnola, non escludendo il Governo Catalano e quello centrale, i quali sono rimasti in disparte e in silenzio”.
E’ l’inizio della lettera che Gabriele e Roberta Maestrini, genitori di una delle ragazze morta nell’incidente Erasmus in pullman nel 2016 in Spagna, hanno scritto al presidente della Repubblica Mattarella.
“Tre tentativi di archiviazione e altrettanti ricorsi da parte dei genitori. Siamo stanchi della solidarietà ipocrita e delle promesse virtuali dei Politici fatte nei momenti di ricordo delle Ns. ragazze, è il momento di passare ai fatti e dimostrare con atti veri la vicinanza e affetto a chi è stata negata una vita a causa di incompetenze e superficialità. Il dolore è immane e la nostra ormai unica speranza oltre a quella di dare giustizia e verità alle ns. ragazze è di provare a sensibilizzare i Ns. Legislatori affinché dai terribili errori e leggerezze occorse alle Ns. ragazze siano emesse nuove normative in materia di sicurezza dei viaggi in autobus a tutela per tutti quei giovani che continueranno a compiere esperienze di vita e d’integrazione socioculturale grazie anche a Erasmus. Erasmus tuttavia continua a essere fondamentale per i Ns. giovani, un progetto da migliorare, ma comunque fondamentale, lo spazio Europeo, con i suoi problemi e le sue difficoltà, ma comunque il nostro spazio naturale”.
E poi: “Alcune realtà territoriali che ospitano i Ns. giovani del progetto Erasmus devono porre più attenzione e non considerare questo progetto Europeo un semplice business che incrementa il loro sporco PIL. Le Università che indicano ai propri studenti dove poter svolgere il progetto Erasmus, devono pretendere maggior sicurezza dalle Università ospitanti e fissare regole piu precise almeno per tutte quelle associazioni che gravitano e assistano il mondo Universitario. Non è accettabile che ESN Barcellona associazione accreditata presso l’Università ospitante si permetta di organizzare una gita culturale senza ricercare e pretendere un minimo di sicurezza nella logistica ma scegliendo il vettore soltanto sul prezzo al minimo ribasso, operando in nome e per conto di questi prestigiosi Atenei”.

E ancora: “E’ inaccettabile che la Magistratura Italiana non abbia aperto un’inchiesta parallela il giorno successivo a questa tragedia, né tantomeno dopo i tre vergognosi tentativi di archiviazione, nessuno ufficialmente si è posto la domanda ma cosa sta succedendo? Quale è la verità? Nessun Ente pubblico e/o associazione si è impegnata affiancandoci, condividendo il ns. percorso nella ricerca di giustizia. Da parte di alcune istituzioni ci sono stati impegni verbali, sull’onda emotiva del momento, a cui non è stato dato seguito, nessuno ad oggi si è impegnato fattivamente, sostenendoci in questa lunga lotta senza fine. Ci auguriamo che da adesso Lo Stato Italiano, Erasmus Plus, le Università delle Ns. ragazze e infine non per ultimo le Regioni di provenienza delle studentesse oltre a futili e inutili proclami, dimostrino la loro seria e concreta volontà di costituirsi parte civile.

E infine: “Soltanto la tenacia di noi genitori è riuscita per il momento a mantenere aperto uno spiraglio per conoscere la verità e dare forse un giorno giustizia. Anche quest’anno in rispetto alle norme anti covid e per il secondo anno consecutivo non potrò esternare la mia rabbia davanti all’Ambasciata di Spagna a Roma, ma non appena la situazione lo permetterà mi recherò di nuovo là, per reclamare giustizia e ancora giustizia. L’amarezza è immensa, il dolore infinito, ma non ci arrenderemo, continueremo sino all’ultimo respiro a mantenere alta l’attenzione e la memoria, senza dimenticare le altre sei ragazze, anche loro figlie di una Europa troppo giovane”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)