Sono 1,8 milioni le famiglie in povertà assoluta, ma la crescita sembra arrestarsi

Il rapporto “Bes 2019” di Istat. Il 7% delle famiglie è in stato di povertà assoluta, per un numero complessivo di 5 milioni di persone. Segnali positivi per l’occupazione giovanile, non per quella femminile. Nel 2017, le istituzioni non profit attive in Italia sono 350.492 per un totale di 844.775 dipendenti

Sono 1,8 milioni le famiglie in povertà assoluta, ma la crescita sembra arrestarsi

ROMA - Nell'ultimo anno gli indicatori segnalano un miglioramento del benessere sia per l'Italia sia per le tre ripartizioni: oltre il 50% del totale dei circa 110 indicatori per cui è possibile il confronto (115 per il totale Italia e 108 per le ripartizioni) registra un miglioramento in tutte le aree del Paese, con valori più elevati al Nord (59,3%) e più bassi al Centro (50,9%). Lo rileva l'Istat nel rapporto “Bes 2019”. Estendendo lo sguardo anche alla quota degli indicatori in peggioramento, si rafforza significativamente la posizione favorevole del Nord dove tale quota tocca il minino (14,8%) mentre il valore massimo si raggiunge al Centro (26,9%).

Nell'ultimo anno anche il benessere nel Mezzogiorno ha mostrato miglioramenti. Permangono comunque segnali di difficoltà legati prevalentemente all'intensità della ripresa economica (50% e 33,3% degli indicatori nei domini “Benessere economico” e “Lavoro e conciliazione” segnano variazioni negative) e alle caratteristiche della struttura produttiva (2 indicatori su 6 in peggioramento nel dominio “Innovazione, ricerca e creatività”).

Segnali positivi per l'occupazione giovanile

Si registra un diffuso miglioramento degli indicatori relativi all'occupazione e alla mancata partecipazione al lavoro, seppur con una intensità più contenuta rispetto a quanto rilevato l'anno precedente. Nel 2018 è occupato il 63% delle persone di 20-64 anni (62,3% nel 2017) mentre non lavora il 19,7% delle persone di 15-74 anni disponibili a lavorare (20,5% nel 2017). Maggiormente penalizzata è la componente femminile residente nelle regioni del Mezzogiorno dove lavorano solo circa 35 donne su 100 (64% al Nord e poco meno del 60% al Centro). Segnali positivi nell'ultimo anno per l'occupazione giovanile: il tasso di occupazione per le persone di 20-24 anni ha registrato un incremento di 1,1 punti percentuali (dal 30,2% del 2017 al 31,3% del 2018). In peggioramento il part-time involontario e la percentuale di occupati che hanno visto trasformato il loro contratto di lavoro da temporaneo a permanente. Prosegue la diminuzione della percezione di insicurezza dell'occupazione che si conferma più elevata tra le donne e nelle aree del Mezzogiorno.

Salute, al Sud valori più elevati per eccesso di peso

Nel 2018, le regioni del Mezzogiorno (49,6%) continuano ad avere i valori più elevati per l'eccesso di peso (43,3% Centro e 41,9% Nord).

1,8 milioni di famiglie in povertà assoluta, 5 milioni d persone

Nel 2018, si stima che siano oltre 1,8 milioni le famiglie in condizioni di povertà assoluta, con un'incidenza pari al 7% delle famiglie, per un numero complessivo di 5 milioni di individui (8,4% del totale degli individui). Si arresta dopo tre anni la crescita del numero e della quota di famiglie in povertà assoluta in tutte le aree territoriali, anche se permangono forti differenze territoriali. L'incidenza di povertà individuale è pari a 11,4% nel Mezzogiorno, mentre nel Nord e nel Centro è significativamente più bassa e pari a 6,9% e 6,6%.

Nel 2017 le istituzioni non profit in Italia sono 350.492

Nel 2017, le istituzioni non profit attive in Italia sono 350.492 (57,9 ogni 10 mila abitanti) e complessivamente impiegano 844.775 dipendenti. Si tratta di un settore in crescita: rispetto al 2016, le istituzioni aumentano del 2,1% e i dipendenti del 3,9%.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)