Siria, allarme di Msf: "Per 4 milioni di persone a rischio aiuti e cure"
La ong chiede alle Nazioni Unite di rinnovare la risoluzione sugli aiuti transfrontalieri, in scadenza il 10 luglio, che permette la fornitura di aiuti umanitari nel paese. " Da questo dipende la vita di milioni di persone, soprattutto donne e bambini"
Più di 4 milioni di persone residenti nel nord-ovest della Siria, più della metà sfollati interni, rischiano di perdere l’accesso agli aiuti umanitari e alle cure mediche, disperatamente necessari. Lo sottolinea Medici Senza Frontiere che chiede al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di rinnovare la risoluzione sugli aiuti transfrontalieri (UNSCR 2533), in scadenza il 10 luglio, che permette la fornitura di aiuti umanitari nel paese. L'analisi della situazione è contenuta nel documento "Milioni di vite in gioco", che illustra le conseguenze di un mancato rinnovo della risoluzione e gli effetti della chiusura degli altri valichi. Da luglio 2014 fino all’inizio del 2020, la risoluzione 2533 ha autorizzato quattro valichi di frontiera per la fornitura di aiuti umanitari in Siria e ogni anno il testo è stato rivisto e rinnovato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per mantenere il flusso di aiuti nelle aree fuori dal controllo del governo siriano, spiega Msf. Nel 2019 e nel 2020, Russia e Cina hanno posto il veto al rinnovo della risoluzione, rimuovendo Bab al-Salama, Al-Yarubiyah e Al-Ramtha dall'elenco dei valichi umanitari approvati. Di conseguenza, solo Bab al-Hawa resta nell'attuale risoluzione come punto di passaggio ufficiale per la Siria. Ma il 10 luglio 2021, anche questa strada di accesso potrebbe essere chiusa. "Il mancato rinnovo aggraverebbe ulteriormente la già disperata situazione umanitaria nel nord-ovest della Siria. - si legge in una nota - Gli aiuti e le cure mediche sarebbero drasticamente ridotti e richiederebbero più tempo per raggiungere le persone". Msf, uno dei pochi operatori sanitari rimasti nell’area, dovrebbe affrontare maggiori sfide per raggiungere le popolazioni più vulnerabili nell’are: "La maggior parte degli ospedali e delle strutture sanitarie non avrebbero le forniture mediche necessarie per operare e la vita dei pazienti sarebbe a rischio. - prosegue - Inoltre, la campagna di risposta e vaccinazione Covid-19 nell’area rischierebbe di essere compromessa dalla chiusura dell’ultimo valico di frontiera rimasto, così come la fornitura di dispositivi di protezione individuale, bombole di ossigeno, respiratori, farmaci essenziali e vaccini anti Covid-19." “Dopo 10 anni di guerra, il rinnovo della risoluzione del Consiglio di sicurezza è più cruciale che mai. Da esso dipende la vita di milioni di persone, soprattutto donne e bambini. Sebbene Msf non sia un partner esecutivo delle Nazioni Unite e le attività non dipendano esclusivamente dal rinnovo di questa risoluzione, i nostri team sentiranno sicuramente il peso di qualsiasi chiusura e non saranno in grado di colmare il vuoto se l’Onu e altre organizzazioni dovessero ridurre drasticamente gli aiuti nel nord-ovest del paese” spiega Faisal Omar, capomissione di Msf per la Siria. Le sanzioni in corso sulla Siria, oltre all’aggravarsi della crisi economica e alla svalutazione monetaria nel 2021, hanno già notevolmente peggiorato le condizioni di vita della popolazione in tutte le aree. Secondo le agenzie delle Nazioni Unite, i prezzi dei prodotti inseriti nel paniere alimentare sono aumentati di oltre il 220%, mentre l’80% della popolazione rimane al di sotto della soglia di povertà e il 90% dei bambini dipende dagli aiuti umanitari. “Il valico di frontiera di Bab al-Hawa è attualmente l’unica via di sopravvivenza per il governatorato di Idlib, nel nord-ovest della Siria. Con la chiusura di questo valico si metterebbe a rischio la vita di molte persone. Se dovessero interrompersi gli aiuti medici, non saremmo più in grado di curare i pazienti, e le forniture di cui disponiamo attualmente possono bastare solo per altri tre mesi” afferma Abdulrahman M., coordinatore del progetto di MSF in Siria. “Se si bloccheranno anche i rifornimenti di cibo e acqua potabile, malattie ed epidemie colpiranno la popolazione locale e gli sfollati interni, alcuni costretti alla fuga in più di 14 occasioni e oggi dipendenti completamente dagli aiuti umanitari”. Nell’ultimo anno, in particolare nel corso degli interventi in risposta alla pandemia di Covid-19 nel nord-est della Siria, MSF ha potuto constatare come, la decisione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di non rinnovare la risoluzione transfrontaliera del valico di frontiera di Al-Yarubiyah abbia già creato notevoli sofferenze per le persone, impedendo il passaggio dall’Iraq per portare cure salvavita fondamentali nel nord-est del paese. Lo stesso scenario non deve ripetersi quest’anno nel nord-ovest. MSF chiede ai membri permanenti e non permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di rinnovare la risoluzione UNSCR 2533 e di ripristinare i valichi di frontiera di Bab al-Salam verso il nord-ovest e di Al-Yarubiyah verso il nord-est, che restano gli unici canali percorribili per soddisfare i bisogni umanitari crescenti nel nord del paese.