Sindaci sotto tiro. Minacciati e ora più soli
Sindaci sotto tiro Avviso pubblico alza la guardia: secondo l’associazione, nella prossima manovra di Bilancio, si ridurranno, e di molto, i fondi in favore degli amministratori locali intimiditi e dei Comuni sciolti per mafia
La possibilità di un taglio drastico dei finanziamenti ai Comuni sciolti per mafia e agli amministratori minacciati e aggrediti preoccupa non poco Avviso pubblico. Secondo l’associazione finalizzata alla promozione della legalità democratica, infatti, nella prossima manovra di Bilancio sono passibili di ribassi due Fondi dedicati. Per il primo, “Amministratori sotto tiro”, si passerà per il 2025 e il 2026 da sei milioni di euro attuali a uno solo; l’altro, invece, destinato alle opere pubbliche negli enti sciolti per mafia, si parla di un azzeramento totale dai cinque milioni di euro attuali. «Si dipanano prospettive allarmanti per chi opera in un’amministrazione pubblica – esordisce Pierpaolo Romani, giornalista e coordinatore nazionale di Avviso pubblico – Il bello è che alla base ci sono presupposti incomprensibili, perché è al varo una manovra da diversi miliardi di euro, per cui undici milioni sono poca cosa nel totale complessivo delle cifre in campo. Tra l’altro, il paradosso è che erano andati aumentando da un governo all’altro: istituiti con il Conte II, sono stati confermati dal Governo Draghi e addirittura aumentati nel 2023 dal Governo Meloni. E proprio adesso pare giungere la mannaia». Questo, a fronte di una situazione attuale tutt’altro che lusinghiera: «Registriamo sempre più casi di vandalismo a beni comunali. Di auto incendiate. Di appostamenti vicino alle abitazioni di sindaci o assessori. Ma ci sono addirittura casi di persone che chiedono appuntamento con i singoli primi cittadini o altri membri della giunta, per poi aggredirli e minacciarli una volta faccia a faccia all’interno delle stanze municipali. Quando poi si tratta di donne al timone amministrativo, arrivano minacce o aggressioni con acido o molestie a sfondo sessuale». La tipologia di azioni che precede i femminicidi, sottolinea Romani. «Pertanto, abbiamo bisogno di rafforzare le tutele, di innalzare la guardia in generale, non di certo un taglio così netto di un fondo tanto importante». I dati diffusi dall’Osservatorio sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali del Viminale parlano chiaro: in merito al primo semestre del 2024, evidenziano «a livello nazionale, un aumento del 26,7 per cento degli eventi di minaccia verso gli amministratori locali, essendo stati registrati 327 episodi di intimidazione, a fronte dei 258 censiti nel primo semestre 2023». Gli atti intimidatori censiti da Avviso pubblico sul territorio nazionale dal 2010 al 2023 sono stati registrati sul territorio di 1.616 Comuni italiani, il 20,4 per cento del totale; il tutto per 5.400 atti di minaccia e intimidazione complessivi dalla Valle D’Aosta alla Sicilia, una media di quasi 400 casi al giorno. Anche i dati del 2024 di Avviso pubblico, come quelli del Viminale, confermano un nuovo aumento delle minacce sul territorio nazionale: nel primo semestre del 2024 sono aumentati del 20,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023. I Comuni che subiscono il decreto di scioglimento per infiltrazioni mafiose – un provvedimento che ha natura preventiva – molto spesso si trovano ad affrontare situazioni economiche delicate, per non dire di dissesto finanziario. Mentre i Comuni che vengono da un commissariamento per mafia – e gli amministratori eletti dopo la gestione straordinaria– incontrano maggiori difficoltà e avrebbero necessità di un sostegno, anche finanziario, motivo per cui il Fondo in questione è stato creato. La stessa associazione rammenta che, con i nove scioglimenti già decretati nel 2024, sono diventati 394 gli enti locali sciolti per infiltrazioni mafiose dal 1991. Si viaggia a una media di uno al mese. E sono attualmente 21 le realtà comunali in gestione straordinaria a seguito di scioglimento, con una popolazione coinvolta che sfiora i 250mila abitanti. Attenzione però a non ridurre il problema a una mera questione materiale di soldi e opere pubbliche. «Avviso pubblico porta avanti prima di tutto un’opera di formazione per gli amministratori e sensibilizzazione della gente sui problemi. Vogliamo diffondere il messaggio che occorre rispettare chi gestisce la cosa pubblica. In altre parole, vogliamo far capire che la violenza non conviene, sia perché può venire denunciata e punita, sia perché il rispetto verso chi amministra porta a una società migliore».
In Veneto
L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il sindaco di Vigonza, Gianmaria Boscaro, finito sotto protezione notturna un paio di mesi fa per una serie di episodi (minacce, incendi delle auto private) attribuibili a due uomini, ora ai domiciliari. Dal rapporto annuale Amministratori sotto tiro di Avviso pubblico, emerge – come si legge sul sito – che il Veneto è spesso protagonista di episodi di intimidazioni contro sindaci, assessori e dipendenti della pubblica amministrazione. Soprattutto la provincia di Padova, che con 53 atti di intimidazione dal 2010 al 2023 (su 207 in tutto il Veneto nello stesso periodo) risulta la più colpita della Regione (che a sua volta occupa il settimo posto in Italia). Nel solo 2024, dati aggiornati al 30 settembre, sono stati censiti altri 20 casi tra Abano, Cadoneghe, Limena, Fontaniva.