Servizio civile, enti e giovani a sostegno della popolazione ucraina

Aiuti ai profughi, raccolta beni di prima necessità, ostelli della gioventù e accoglienza: le possibili azioni di sostegno che possono mettere in campo gli enti con l’aiuto dei giovani in servizio civile. Borrelli (Forum): "Massima flessibilità di intervento per favorire una rimodulazione dei progetti  in corso"

Servizio civile, enti e giovani a sostegno della popolazione ucraina

L’assistenza ai profughi e alle persone vulnerabili che stanno subendo le conseguenze del conflitto presenti sul territorio italiano; il sostegno nella raccolta e invio di beni di prima necessità nei campi profughi lungo il confine e nei centri di accoglienza in territorio italiano; il sostegno alla gestione dei campi profughi lungo il confine, anche attraverso l’invio di operatori volontari del servizio civile; l’attivazione degli ostelli della gioventù presenti su tutto il territorio nazionale e l’impiego di giovani in servizio civile per le attività di accoglienza, supporto materiale, linguistico e psicologico. Sono queste le quattro linee di intervento che il Forum Nazionale Servizio Civile ha suggerito alla ministra per le Politiche giovanili con delega al Servizio Civile, Fabiana Dadone, nella riunione, che si è tenuta ieri mattina, del tavolo sull'emergenza Ucraina, convocato dalla ministra con alcuni enti e reti di servizio civile.

“Abbiamo valutato le possibili azioni di sostegno alla crisi ucraina che gli enti potranno mettere in campo con l’aiuto dei giovani in servizio civile. - sottolinea il presidente Enrico Maria Borrelli. - Le nostre organizzazioni sono già a vario titolo impegnate, sia in Italia che in altri paesi attraverso le proprie reti, e si adopereranno per assicurare, anche in concerto con il ministero e il dipartimento, il massimo supporto al popolo ucraino”.

“La pace - prosegue - è un processo tanto complesso quanto necessario che va costruito ogni giorno. Non è un caso che il servizio civile sia nato in Italia dall’obiezione di coscienza al servizio militare, alle guerre e all’uso delle armi, per favorire la diffusione di una cultura della pace e della nonviolenza quali strumenti per ricomporre i conflitti e fortificare i legami sociali. Mai come in questo momento, si comprende quale sia il principale ruolo che il servizio civile deve rivestire nell’educazione dei giovani, ovvero la necessità che esso sia per il nostro Paese e per l’Europa scuola e strumento di educazione alla nonviolenza, all’inclusione e all’impegno civile quali fattori di progresso e presidio di pace.”

“Accogliamo con favore l’invito della ministra Dadone e per questo ribadiamo l’importanza di assicurare agli enti di servizio civile la massima flessibilità di intervento in questa fase, - conclude Borrelli - favorendo una rimodulazione dei progetti attualmente in corso affinché si possano utilizzare le risorse umane ed organizzative già in campo, e la necessaria agibilità assegnando a questi interventi una priorità assoluta su tutte le altre scadenze.”

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)