Servizio civile e Coronavirus, come impiegare i volontari? Le indicazioni per gli enti

Pubblicata il 4 aprile la nuova Circolare del Capo Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio Civile. Prevede che gli enti possano decidere, entro il 15 aprile, di proseguire in sicurezza i progetti già attivi, prevedendo se necessario alcune rivisitazioni, oppure la ripresa dei progetti sospesi, sempre nelle opportune condizioni di sicurezza o “in remoto”. In caso di sospensione, previsto un “paracadute” economico per i volontari

Servizio civile e Coronavirus, come impiegare i volontari? Le indicazioni per gli enti

È stata pubblicata il 4 aprile la nuova Circolare del Capo del Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio Civile Universale che stabilisce le indicazioni per enti sull’impiego degli operatori volontari del servizio civile universale nell’ambito dell’emergenza da COVID-19.
“La finalità della Circolare – scrive il Dipartimento - è consentire di riattivare i progetti attualmente sospesi e far iniziare quelli non ancora avviati, così da contribuire alla gestione della straordinaria situazione di emergenza che il Paese sta affrontando, nel rispetto delle disposizioni del Governo e in linea con i principi di precauzione e cautela che il contesto impone”.

I volontari del Servizio Civile Universale torneranno in attività il 16 aprile – scrive in una nota il Ministro con delega, on. Vincenzo Spadafora -. Ho ricevuto i messaggi di centinaia di giovani che avevano voglia di continuare la loro esperienza, voglia di mettersi al servizio della propria comunità. Potranno farlo impegnandosi in diverse attività anche al servizio delle amministrazioni comunali che ne avranno bisogno. Si occuperanno di dare informazioni, gestire donazioni e comunicazioni, cureranno il welfare sociale attraverso l’assistenza domiciliare ai più fragili. Saranno linfa vitale per la nostra ripresa, la nostra leva per risollevare il Paese. Grazie ragazze e ragazzi, siete il nostro orgoglio!”.

La Circolare prevede che gli enti possano decidere, entro il 15 aprile, di proseguire in sicurezza i progetti già attivi, prevedendo se necessario alcune rivisitazioni di attività in funzione del contesto o delle relative modalità operative, oppure la ripresa dei progetti eventualmente sospesi “sul campo”, sempre nelle opportune condizioni di sicurezza, o “in remoto”, anche prevedendone una loro eventuale rimodulazione. La cosa vale anche per i progetti non ancora avviati entro marzo. “In casi eccezionali – aggiunge il Dipartimento -, è possibile per gli enti procedere ad una interruzione temporanea dei progetti, che saranno poi riattivati non appena si ripristineranno le adeguate condizioni. È utile sottolineare che il periodo di interruzione non è oggi facilmente quantificabile in quanto dipende da numerose variabili connesse all’evoluzione della situazione in atto e non si può escludere per principio che il progetto possa anche non essere più riattivato”. Per progetti all’estero e per quelli dei Corpi Civili di Pace è previsto in questa fase il prosieguo delle attività solo in Italia.

In caso di sospensione viene previsto anche un “paracadute” economico per i volontari, infatti “per contribuire a fronteggiare il momento di crisi economica che anche gli operatori volontari e le loro famiglie stanno vivendo – spiega il Dipartimento -, l’assegno mensile sarà regolarmente erogato anche durante il periodo di interruzione temporanea del servizio”. Una sorta di “anticipo” del compenso mensile, che non sarà quindi corrisposto “a partire dal riavvio del servizio e per un periodo pari a quello dell’interruzione fruita”, per poi tornare ad essere regolare. Il Dipartimento raccomanda agli enti anche di coinvolgere attivamente gli operatori volontari “per recepire idee e suggerimenti e risolvere eventuali criticità che fossero da loro manifestate”, nonché di richiedere il loro consenso rispetto alle attività da svolgere. “Una particolare attenzione deve essere dedicata, come di consueto, agli operatori volontari con disabilità per favorire la loro partecipazione alle attività rimodulate – aggiunge la Circolare -. Laddove l’ente intenda interrompere temporaneamente il progetto, risulta opportuno che tale scelta sia motivata agli operatori volontari”.

Per il riavvio dei progetti, gli enti possono inoltre prevedere una sorta di “gemellaggio”, ossia di impegnare i propri volontari in attività di altri enti che operano sullo stesso territorio o presso istituzioni pubbliche che segnalano esigenze specifiche, a partire dai Comuni, o anche presso organizzazioni private senza scopo di lucro non accreditate.
“Entro il 15 aprile gli enti dovranno dare comunicazione al Dipartimento rispetto a come intendono dare attuazione alla Circolare e fino ad allora continuerà ad essere garantito il permesso straordinario agli operatori volontari che non potranno ancora prestare servizio attivo a causa della sospensione dei progetti”, conclude la Circolare. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)