Servizio civile, dalle video-chat coi paralimpici ai cronisti dell’emergenza
Anche i Csv coinvolti nella ripresa dei progetti. I volontari sono già operativi da remoto e sul campo utilizzando le nuove tecnologie per far fronte alla crisi, ma anche raccontare le storie di chi è impegnato o sostenere la didattica degli studenti stranieri
In attesa della “fase 2” dell’emergenza Coronavirus, riprendono in tutta Italia i progetti di servizio civile universale, grazie alla riattivazione prevista con la circolare dell’8 aprile. Migliaia di giovani dai 18 ai 29 anni, circa 14mila, sono già operativi, soprattutto sul campo, svolgendo in particolare attività legate alla protezione civile o fornendo assistenza alla fasce più deboli della popolazione. Tantissimi gli operatori volontari che lavorano da remoto - ossia presso la propria abitazione, dove svolgono attività legate principalmente all’ascolto telefonico o socializzazione a distanza - ma sono tanti i progetti che combinano entrambi gli aspetti.
In questa ripresa fanno la loro parte i Centri di servizio per il volontariato che in diverse regioni hanno riattivato progetti di cui sono enti capofila o che gestiscono insieme alle associazioni del territorio. In diversi casi i volontari hanno partecipato anche alla rimodulazione dei progetti, sfruttando le nuove tecnologie anche per ripensare obiettivi e finalità del proprio servizio.
Ne sanno qualcosa i 16 volontari impegnati nei progetti realizzati a Como e Varese dal Csv Insubria (Como-Varese), che già dal 30 marzo si incontrano in videoconferenza per fare tutoring di gruppo e darsi aggiornamenti. Dall’ascolto dei bisogni emersi dal proprio territorio e delle associazioni che hanno imparato a conoscere nei mesi scorsi, i volontari hanno contribuito alla definizione delle attività da svolgere che vanno dal sostegno alle categorie più in difficoltà attraverso la gestione delle emergenze alimentari ad attività più insolite come l’organizzazione di videochat con gli atleti paralimpici dell’associazione Pol.Ha o il supporto a un centro diurno per disabili - ora chiuso - per riorganizzare le attività dei prossimi mesi. Alcuni operatori volontari stanno facendo attività di mentoring per i volontari del Corpo europeo di solidarietà e videochiamate con giovani sottoposti a provvedimenti delle autorità giudiziarie. Molte anche le attività culturali che li vedono protagonisti nella realizzazione di eventi online, ricerche e laboratori per i bambini e adulti. Il Csv ha inoltre attivato due gemellaggi con un’associazione e un consorzio di servizi sociali per la gestione delle emergenze alimentari e sostenere la didattica a distanza degli studenti stranieri con video e audio registrazioni.
Sono tornati ad occuparsi di informazione anche i 2 volontari in servizio civile coinvolti del progetto “Giovani e cittadinanza attiva” del Csv di Rovigo. Dalla loro postazione a distanza i volontari promuovono l’impegno dei volontari e delle associazioni cercando notizie e dati, realizzando contenuti informativi per il sito o per altri canali come la rubrica che il Csv tiene sul quotidiano “La Voce di Rovigo”, occupandosi anche della trasmissione "Radio volontariato" che in questo periodo è passata da quindicinale a settimanale.
Sono diventati “cronisti dell’emergenza” anche i 29 operatori volontari che dal 15 aprile sono impegnati nel progetto di servizio civile “Open year 2.0” del Csv di Napoli. Fin da subito hanno aderito con entusiasmo, ci fanno sapere dal Csv, nonostante la necessaria rimodulazione delle attività che vengono svolte a distanza, tranne che per la sede di Cicciano che si occupa di assistenza sanitaria e vede i volontari impegnati sul campo. I ragazzi operano a stretto contatto con l’area comunicazione segnalando i bisogni emergenti e raccogliendo storie di associazioni e volontari impegnati ad assistere la popolazione della città metropolitana. I loro contributi vengono diffusi sia sul sito del Csv sia con la nuova trasmissione radiofonica “Open Year home made” e il cui podcast sarà a breve disponibile.
Clara Capponi