Senza dimora, a Torino un lavoro di rete per migliorare servizi e assistenza
Firmato oggi un protocollo d’intesa fra Prefettura, Città metropolitana e Comune di Torino con le sue circoscrizioni, Regione Piemonte, Azienda sanitaria, Arcidiocesi e Fiopsd per dare vita a un Piano integrato di sostegno alle persone senza fissa dimora. “Approccio innovativo: prevede un accompagnamento delle persone a 360 gradi e non si limita ad assicurare un posto letto per la notte e un pasto caldo”
Nel corso dell’ultimo decennio sono aumentati a Torino e sul territorio metropolitano i senza fissa dimora, e l’emergenza legata al Covid-19 ha evidenziato quanto sia indispensabile un approccio globale per affrontare il problema soprattutto sotto il profilo sociale e sanitario. Da qui è nato il protocollo d’intesa firmato oggi fra Prefettura, Città metropolitana e Comune di Torino con le sue circoscrizioni, Regione Piemonte, Azienda sanitaria, Arcidiocesi e Fiopsd per dare vita a un Piano integrato di sostegno alle persone senza fissa dimora.
“Un atto importante - ha sottolineato il prefetto di Torino, Raffaele Ruberto - perché prende le mosse da un approccio innovativo che prevede un accompagnamento delle persone a 360 gradi e non si limita ad assicurare un posto letto per la notte e un pasto caldo”.
Per la Città metropolitana di Torino ha firmato la consigliera delegata alle politiche sociali: l’apporto principale dell’ente sarà quello di coinvolgere e coordinare i Comuni in questo importante lavoro di collaborazione sul tema con la Città di Torino.
L’obiettivo in particolare è rafforzare la rete dei servizi sociosanitari in modo che possano intervenire sia sui problemi legati alle povertà sia su quelli legati alla salute mentale o alle dipendenze, con percorsi mirati che richiedono il coinvolgimento del terzo settore per venire incontro alle difficoltà di relazione di molti senza fissa dimora.
Anche il sindaco di Torino e della Città metropolitana ha sottolineato l’approccio innovativo dell’intesa: “Un protocollo che affronta la questione in maniera innovativa, mettendo al centro i problemi di queste persone e non quelli che possono generare agli altri”.
Fra le misure previste dal protocollo, vi sono quelle legate al potenziamento dell’accoglienza, con l’incremento del numero delle strutture di accoglienza attivate, in collaborazione con il Terzo Settore; l’apertura h.24, tutti i giorni dell’anno, delle Case di ospitalità, la possibilità per gli ospiti di permanenza nella stessa Casa; quelle per il potenziamento dei Servizi di prossimità e di primo contatto, per esempio il rafforzamento dei Servizi di Strada diurni e notturni, e infine lo sviluppo dei progetti di autonomia abitativa e sociale attraverso: come la messa a sistema di servizi di Housing First; l’incremento di opportunità abitative di autonomia assicurate dal Terzo Settore, l’attivazione di percorsi di inclusione sociale (attraverso tirocini e laboratori) e di avvicinamento ai Servizi sociali e sanitari.