Sei per cento in meno nel 2017 delle richieste d'aiuto alla Caritas
Sono i problemi di natura economica la causa principale per cui ci si rivolge al centro d'ascolto.
Sei per cento in meno. È il calo verificato nel 2017 rispetto al 2016 delle richieste d’aiuto ai centri d’ascolto Caritas in tutta la Diocesi. Se nel 2016 le strutture avevano accolto 2 mila e 603 persone, nel 2017 la cifra si è attestata a quota 2 mila e 447.
Ma chi si rivolge a un centro d’ascolto Caritas? Queste persone, che in media tornano tre volte a chiedere aiuto, provengono per metà da coppie (43,5 per cento con figli, 5,6 senza figli), mentre quasi un terzo sono persone sole (19,6 sole, 13,7 sole con figli). Il 61,4 per cento (1206) vivono in affitto, spesso difficile da mantenere. Una spia del malessere arriva però anche da chi possiede un immobile: nel 2015 chi si rivolgeva a Caritas avendo una casa di proprietà era il 7 per cento, nel 2017 era al 17.
Le problematiche che queste persone portano in Caritas sono per il 38 per cento di natura economica, prevalentemente per un reddito insufficiente per vivere, e per il 25 di natura lavorativa, soprattutto la disoccupazione. Il 12 chiede aiuto per la casa, l’11 per problemi di salute e il 7 di famiglia, con la presenza di gravi forme di conflittualità. C’è chi si rivolge infine per altri motivi (7 per cento), in primis tra tutti di natura psicosociale.
Tra le richieste presentate nel 2017 c’è il 43 per cento di beni e servizi materiali, in primo luogo borse della spesa, quest’anno più difficili da esaudire per via delle nuove disposizioni operative del Fondo aiuti europei agli indigenti, che richiede ormai un attestato di fragilità dai servizi sociali. Vi sono anche i pagamenti di sussidi e finanziamenti (35 per cento), richieste di ascolto (15) e di prestazioni sanitarie (4). Pronta e reattiva la Caritas: «La risposta data alla richiesta di beni e servizi viene comunque evasa quasi totalmente come già avvenuto negli anni precedenti».