“Scu.Ter”, un consorzio di coop per rilanciare i servizi per studenti disabili
L’idea di 9 cooperative di Bologna. Obiettivo? Integrazione, innovazione tecnologica e continuità tra scuola e territorio. Guglielmetti (Cadiai): “Servizi indispensabili per l’accesso allo studio di studenti disabili e fronteggiare il disagio minorile, ma stretti tra riduzione di fondi e gare al massimo ribasso”
Rilanciare i servizi di sostegno scolastico rivolti agli studenti con disabilità e quelli educativi del territorio, in un’ottica di integrazione. È l’obiettivo di “Scu.Ter. Scuola e territorio”, neonato consorzio formato da 9 cooperative attive nella Città metropolitana di Bologna (Cadiai, Solco Insieme, Libertas Assistenza, Ida Poli, Seacoop, Csapsa, Csapsa 2, Open Group e Anastasis) che hanno deciso di finalizzare il proprio impegno all’innovazione tecnologica, all’integrazione e alla continuità tra servizi scolastici e territoriali. “Si tratta di servizi indispensabili per l’accesso allo studio di allievi con disabilità e per fronteggiare il disagio minorile – spiega Franca Guglielmetti, presidente di Cadiai – ma spesso si tratta di servizi ‘liquidi’ perché legati ai finanziamenti dei Comuni, che sono sempre più in difficoltà, e con una logica puntiforme: si guarda al singolo bisogno del singolo bambino e si risponde con un intervento singolo. Questo riduce molto la potenzialità degli interventi educativi rivolti a questi allievi”.
Tra gli obiettivi c’è anche quello di utilizzare le nuove tecnologie, “che possono aiutare gli educatori a fare rete tra loro, gli interventi educativi e i ragazzi con disabilità, in particolare quelli con disturbo dello spettro autistico, per i quali le tecnologie assistive sono molto efficaci”. L’idea delle 9 cooperative bolognesi è dunque quella di mettersi insieme per avere più forza, anche nelle gare: “Oltre alla riduzione delle risorse pubbliche, c’è anche il problema delle gare al massimo ribasso, che finiscono per cannibalizzare i servizi”. Il consorzio “Scu.Ter ” sarà presentato mercoledì 6 giugno al Mambo (via don Minzoni, 14 – dalle 9). Bisogni educativi e relazionali. “La logica dei servizi di sostegno, in teoria, fa riferimento alla specializzazione dell’intervento che è strutturato sul bisogno – spiega la presidente di Cadiai – ma va ricordato che i bisogni non sono solo di carattere cognitivo ma anche relazionali e sono strettamente legati tra loro. Il bambino potrà avere anche l’educatore più specializzato del mondo, ma le sue potenzialità non possono estrinsecarsi appieno se rimane isolato dal contesto”. Guglielmetti, ex insegnante, ricorda come alla fine degli anni Settanta, l’educatore di sostegno fosse di sostegno alla classe, non al singolo bambino. “Oggi non lo è più – afferma – In parte, dipende dal fatto che le famiglie si illudono che un intervento dedicato sia la cosa migliore per il proprio figlio, ma in realtà spesso non è così. L’isolamento dal contesto, riduce la portata dell’intervento. Ecco perché – continua – vogliamo recuperare questa logica perduta, inseguendo un intervento specializzato e bastonati dalla riduzione delle risorse”.
Altro obiettivo di “Scu.Ter” è la continuità tra gli interventi scolastici e quelli educativi territoriali. “Ci sono diversi livelli con diversi attori che, spesso, non dialogano tra di loro – conclude – Noi possiamo fare da tessuto connettivo”. (lp)