Scrigno del Rinascimento, 500 anni di storia “nascosta”

La Loggia Cornaro, a Padova, terminata nel 1524 da Giovanni Maria Falconetto per il ricco mecenate Alvise Cornaro, compie mezzo millennio di vita. Rappresenta, intatta, l’idea di quello che al tempo era il rinnovato teatro umanistico

Scrigno del Rinascimento, 500 anni di storia “nascosta”

Molti sanno che la “piccola” Padova (in verità non tanto piccola per quei tempi) è stata il luogo di nascita della pittura moderna con Giotto nel Trecento e, all’inizio del Seicento, culla della rivoluzione scientifica con Galileo. Un po’ meno noto forse – ma non agli studiosi – è che è stata anche uno degli ambienti più dotti e fecondi del Rinascimento: qui visse a lungo Pietro Bembo, autore con le Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua, la prima importante grammatica della lingua italiana, e sempre qui nacquero Angelo Beolco detto il Ruzante e Andrea Di Pietro della Gondola, conosciuto in tutto il mondo come Palladio. Tre personaggi, questi ultimi, che si incontrarono e interagirono in quello che forse è lo scrigno più importante che ci è rimasto della Padova cinquecentesca. La Loggia e l’Odeo Cornaro, in via Cesarotti a fianco della basilica di Sant’Antonio, non sono forse la prima cosa che viene in mente quando si pensa a Padova, eppure hanno un’importanza decisiva nella storia della cultura e delle arti. Una volta superato il portone dell’edificio completamente ricostruito nell’Ottocento, si accede a un luogo magico e quasi nascosto, con una corte erbosa dove è possibile trovare frescura e riparo dal sole anche nei giorni più caldi. Realizzata in pietra di Nanto dai caratteristici toni gialli, la Loggia a cinque archi mostra particolari decorativi ripresi direttamente dall’arte antica e compie proprio quest’anno 500 anni, essendo stata realizzata nel 1524. Al piano superiore, innalzato successivamente, una serie di finestre cieche ospitano le statue di Diana, Venere Celeste e Apollo. Qui il Ruzante metteva in scena le sue opere per il ricco mecenate Alvise Cornaro e per la sua corte di amici e intellettuali. «Non si tratta semplicemente della loggia di un cortile, ma di una struttura pensata fin dall’inizio come fondale di uno spazio teatrale – ci spiega Stefano Zaggia, docente ordinario in Storia dell’architettura presso il Dipartimento di Ingegneria civile edile e ambientale (Icea) dell’Università di Padova, che a questo proposito ha recentemente curato la pubblicazione del libro Loggia e Odeo Cornaro. Indagini, ipotesi e proposte interpretative (Cleup, 2023) – Il Rinascimento è caratterizzato dalla rinascita dell’interesse per il teatro, a livello non solo letterario ma anche architettonico: si studiano così gli autori classici, traendone ispirazione per nuove commedie e drammi; allo stesso tempo si torna a costruire teatri, per lo più in legno, traendo ispirazione dall’apposito capitolo del De architectura di Vitruvio. La Loggia rappresenta uno dei primi casi in cui il frons scenae (sfondo architettonico permanente e decorato sulla scia di un tipico palcoscenico teatrale romano, ndr) viene realizzato in pietra e laterizio, per di più introducendo in Veneto quello stile rinascimentale maturo che in quegli anni si era andato delineando a Roma, grazie a figure come Bramante e Raffaello». Autore del complesso, che a partire dal 1534 comprenderà l’Odeo (dal greco odéion, “edificio destinato alla musica”), realizzato soprattutto per ospitare concerti e dotte conversazioni secondo i dettami del libro del Cortegiano di Baldassarre Castiglione, è l’architetto e pittore veronese Giovanni Maria Falconetto, presentato al Cornaro dal vicino e amico cardinal Pietro Bembo, a sua volta uno degli intellettuali più importanti dell’epoca. Ospitati proprio dal Bembo, Falconetto e Cornaro visitano insieme Roma, per poi portare a Padova le suggestioni derivanti dal cantiere di San Pietro e dalla riscoperta e il recupero degli edifici antichi. Con esiti incalcolabili per la storia dell’architettura e dell’arte, se consideriamo che Loggia e Odeo sono fin dall’inizio frequentati dal giovanissimo Andrea Palladio, che in seguito diffonderà in tutto il mondo conosciuto gli ideali dell’arte classica. Se poi si pensa che nel Seicento Loggia e Odeo saranno frequentati da Galileo Galilei, che nel giardino attiguo conduce le prime osservazioni con il cannocchiale, e da Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna laureata al mondo, si comprende di quanta storia e arte sia pregno questo luogo. Che ancora oggi, seminascosto da un portone, continua a custodire le sue meraviglie, ignoto alla maggior parte di turisti, pellegrini e padovani che passano a pochi metri.

L’associazione La Torlonga. Come si può visitare Loggia e Odeo Cornaro
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Loggia e Odeo Cornaro sono visitabili accedendo da via Cesarotti 37; fino a settembre l’orario estivo prevede l’apertura dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13, sabato, domenica e festivi anche il pomeriggio dalle 16 alle 19. Dal 3 luglio al 28 agosto 2024, inoltre, il complesso ospita anche la rassegna SuggEstiva, con diversi appuntamenti culturali e teatrali in orario serale. Anima del cartellone è l’associazione La Torlonga, impegnata dal 2000 nel recuperare e valorizzare luoghi e memorie del patrimonio storico-artistico padovano. Per info e prenotazioni: infolatorlonga@gmail.com, cell. 335-1428861.

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