Rischio covid nei campi nomadi, Comune di Roma: tamponi solo a scopo contenitivo
Marco Cardilli (vicecapo gabinetto): "La Asl ha piena cognizione che i campi possono essere possibili focolai". Ma per il momento "si continua a fare i tamponi a scopo non preventivo ma solo contenitivo"
"Dal punto di vista sanitario c’è un'interlocuzione con la Asl da parte dell'Ufficio Rom, Sinti e Caminanti del Campidoglio. La Asl ha piena cognizione che i campi possono essere possibili focolai, il problema è che pur avendo richiesto maggiore attenzione all'interno dei campi viene confermata in toto l'applicazione dei protocolli sanitari, ovvero l'effettuazione del tampone solo in particolari condizioni. Al momento per questioni legate alla disponibilità di tamponi e laboratori si continua a fare i tamponi a scopo non preventivo ma solo contenitivo. Nel caso dello scoppio di focolai, comunque, ci hanno assicurato che l'effettuazione dei tamponi sarebbe immediata e diffusa". Lo ha detto il vicecapo di Gabinetto con delega alla Sicurezza e alla Protezione civile di Roma Capitale, Marco Cardilli, intervenendo durante la riunione della commissione capitolina Politiche sociali convocata per analizzare le misure adottate per il contenimento della diffusione del Covid-19 e per garantire la salvaguardia dei diritti sociali e alla salute nei campi nomadi e nelle occupazioni abitative della Capitale.
"L'ufficio Rom, Sinti e Caminanti si è da subito avviato per le attività di prevenzione e supporto- ha spiegato Cardilli- Ci siamo mossi su due direttrici: informazione e diffusione delle buone pratiche per la prevenzione della diffusione del virus, con vari sopralluoghi in tutti i campi autorizzati dove è stata lasciata una brochure informativa in più lingue che raccomanda l'igiene personale e mette a conoscenza delle misure di distanziamento; risposta ai numerosi bisogni evidenziati dai sopralluoghi, partendo dai più diretti come la disponibilità di generi alimentari, indirizzando le famiglie sia verso la possibilità di accedere ai servizi di comunità come Sant'Egidio, sia verso la possibilità di ottenere pacchi alimentari".
L'Ufficio Rom capitolino, ha concluso il dirigente, "ha fatto già un grosso lavoro insieme al dipartimento Politiche sociali, facendo da filtro per fare in modo che anche all'interno dei campi ci fosse massima diffusione alle modalità di accesso sia ai buoni pasto che alle richieste dei pacchi. Nei campi ci sono ancora situazioni borderline a livello di residenzialità e cittadinanza, ma grazie alla sinergia con il dipartimento gli utenti hanno potuto accedere ai servizi perché l'Ufficio Rom si è fatto garante di quelle situazioni che potevano avere una difficoltà formale all'accesso a questi aiuti. Le difficoltà a oggi possono dirsi superate".