Regolarizzazione, ci sono i primi dati: 120 mila lavoratori domestici, molti uomini e giovani

La misura è stata avviata dal decreto “Rilancio” per la necessità di lavoratori agricoli e domestici. Secondo il Rapporto Domina, il 9% dei lavoratori emersi ha cambiato settore. Gli uomini rappresentavano l’11% dei domestici nel 2019, mentre sono il 55% dei beneficiari della “sanatoria”

Regolarizzazione, ci sono i primi dati: 120 mila lavoratori domestici, molti uomini e giovani

C'è qualcosa che non torna o, comunque, qualcosa di nuovo: improvvisamente, c'è un “boom” di lavoratori domestici maschi e giovani. E' quanto emerge dai primi dati relativi alla regolarizzazione dei lavoratori senza permesso di soggiorno nel settore agricolo e in quello domestico. Una regolarizzazione resa necessaria dalla pandemia e possibile grazie al decreto Rilancio (dl 34/2020). A riferire questa “anomalia” è Domina, Associazione nazionale Famiglie datori di lavoro domestico. “Una delle principali critiche al sistema della 'sanatoria' sta nel fatto che, limitando fortemente i settori ammessi, molti lavoratori di altri settori potrebbero utilizzare quel canale in modo improprio, come porta di accesso al mercato del lavoro regolare – osserva l'associazione - Questa ipotesi sembrerebbe confermata dai dati analizzati dall'Inps per il III Rapporto annuale Domina sul lavoro domestico, a cura dell’Osservatorio Domina: su 125 mila lavoratori emersi finora, il 9% ha cambiato settore”.

L'anomalia: “emergono” tanti giovani badanti. Poche le badanti

Nel dettaglio, “i primi dati evidenziano come al 30 settembre 2021 le pratiche di emersione con esito positivo siano state 137 mila ed abbiano interessato una platea di 125 mila lavoratori e 120 mila datori di lavoro domestico. Per evidenziare le peculiarità dei lavoratori emersi, si possono confrontare le caratteristiche di quest’ultimi con quelle dei domestici registrati dall’Inps nel 2019. Gli uomini rappresentavano l’11% dei domestici nel 2019, mentre sono il 55% dei beneficiari della sanatoria. Le badanti, che rappresentano quasi la metà dei lavoratori domestici, tra le emersioni raggiungono solo il 34%. Infine, se nella platea dei domestici solo l’11% ha meno di 40 anni, tra i lavoratori emersi si arriva al 59%”.

Anche la comparazione regionale riportata nel Rapporto Domina “porta a degli spunti interessanti: la percentuale di lavoratori che si occupa di assistenza (badanti) cresce nelle regioni del Sud. Anche il genere evidenzia la stessa peculiarità: nelle regioni del Sud sono state regolarizzate un maggior numero di donne, ad esempio in Puglia l’81% degli emersi è donna, mentre nel Nord il valore è basso (Trentino Alto Adige 28%)”.

Cambio di settore

L'ipotesi, quindi, è quella del cambio di settore. “La 'sanatoria' è spesso la porta di ingresso al mercato del lavoro formale. Non è un caso che i lavoratori giovani (under 40) siano in netta maggioranza in tutte le regioni del Nord. Nel Trentino Alto Adige rappresentano il 70%, In Liguria il 67% ed in Lombardia e Veneto siamo intorno al 65%. Infine, la percentuale di emersi che hanno almeno una dichiarazione contributiva “Uniemens”, costituisce l’indicatore per descrivere il possibile passaggio in altro settore. Il 9,2% dei lavoratori domestici emersi ha nel 2021 almeno un altro rapporto di lavoro dipendente diverso da quello domestico. Anche in questo caso si registrano forti differenze regionali, infatti nel Nord Est la percentuale sale al 16,2 (in particolare in Trentino Alto Adige al 28,5%), mentre nel Sud si abbassa al 4,5%”.

In ogni caso, secondo Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina, “120 mila famiglie hanno consentito di regolarizzare 125 mila lavoratori stranieri. Risulta evidente l’importanza di queste emersioni per la legalità, la sicurezza e i diritti di tutte le parti coinvolte, lavoratori e famiglie. Innegabile anche il beneficio per lo Stato, sotto forma di nuovo gettito fiscale e contributivo”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)