Questioni di Palazzo. Su Sky-Now “This England” di Michael Winterbottom con Kenneth Branagh nei panni di Boris Johnson
Sguardo su politica e potere, come solo inglesi e americani sanno fare.
Crepe a Palazzo. Hanno sempre suscitato grande fascino i racconti di Palazzo, le dinamiche tra politica e potere. Al cinema lunga è la filmografia, a partire da “Quarto potere” (“Citizen Kane”, 1941) di Orson Welles (cfr. D.E. Viganò, La maschera del potere, 2012). In Tv nell’ultimo decennio, forte anche del cambio di passo narrativo e produttivo, l’offerta si è rinnovata per quantità e qualità. I racconti di Palazzo sono diventati tra i più apprezzati, soprattutto se di matrice anglo-statunitense. Oltreoceano, infatti, occhi puntati sulla Casa Bianca: dal fosco “House of Cards” (2013-18, Netflix-Sky) firmata da Beau Willimon all’intricato “Scandal” (2012-18, ABC-Sky) creata da Shonda Rhimes, senza dimenticare la potente e originalissima “Homeland” (2011-20, Showtime-Sky) di Howard Gordon e Alex Gansa. Oltremanica, le proposte non sono da meno. Anzitutto “The Crown” (dal 2016, Netflix), serie che porta la firma di Peter Morgan: uno sguardo maiuscolo sulla Casa reale Windsor sotto la corona di Elisabetta II, tra dinamiche familiari ed equilibri politici. Iconico. Ancora, con un taglio da thriller-poliziesco, le miniserie “Bodyguard” (2018, Bbc-Netflix), “Cobra. Unità anticrisi” (2020-21, Sky) e “Slow Horses” (dal 2022, AppleTV+). Su questo tracciato, occhi puntati dal 30 settembre su Sky e Now sulla serie “This England” di Michael Winterbottom, sguardo ravvicinato sull’ex premier britannico Boris Johnson. Una produzione targata Sky Studios, Fremantle e Passenger.
Downing Street. Londra 2020, da pochi mesi alla guida del Paese il primo ministro Boris Johnson deve affrontare crescenti problemi: la pandemia da Covid-19 che sta aggredendo l’Inghilterra, gli scricchiolii nel partito e la sua relazione con Carrie Symonds…
Pros&Cons. La serialità inglese rimane sempre un faro a livello europeo, per accuratezza, qualità della messa in scena e incisività della scrittura. Lo conferma anche la miniserie “This England” di Michael Winterbottom, che mette a tema il governo di Boris Johnson e il propagarsi del Covid-19. Un racconto politico e biografico, che si snoda in maniera serrata sul binario dell’inchiesta, con sfumature da dramma sociale rappresentando un Paese piegato da una pestilenza fuori controllo. La serie mette in parallelo il serpeggiare del virus, la vulnerabilità di ospedali, case di riposo e famiglie, con le riunioni di gabinetto al n. 10 di Downing Street, compresi i raccordi familiari a corrente alternata tra Johnson e la moglie. Quadri visivi che generano un cortocircuito narrativo, a tratti irritante, tra le sofferenze della comunità e i vizi-virtù di casa Johnson. Kenneth Branagh domina la scena per il modo in cui sagoma l’ex leader britannico, per la sua mimesi fisica-interpretativa: un ritratto asciutto, stratificato, persino impietoso, lontano però da scivolate macchiettistiche. A ben vedere, la miniserie “This England” sembra concedere maggiore spazio al Covid-19, alla tragedia umana divampata nel Regno Unito. Una serie che si pone pertanto a metà strada tra spaccato politico e processo di elaborazione di un lutto collettivo. Consigliabile, problematica, per dibattiti.