Proposte di legge sul Caregiver familiare, Auser audita alla Camera. “Non limitare la figura ai soli conviventi”
Audizione per l’associazione Auser, ieri pomeriggio, presso la Commissione Affari sociali della Camera, dove ha sottolineato “l’importanza di questo tema che impatta fortemente nella vita di milioni di famiglie”. Rimarcati tre punti importanti di criticità: identificazione del caregiver, individuazione del soggetto certificante e necessità di una legge quadro
Audizione per l’associazione Auser, ieri pomeriggio, presso la Commissione Affari sociali della Camera, nell’ambito dell’esame, in sede referente, delle proposte di legge (C. 114 Panizzut, C. 159 Serracchiani, C. 307 Conte, C. 344 Candiani, C. 443 Faraone, C. 998 Ciani, C. 1426 Malavasi, C. 1461 Tenerini e C. 1690 Ciocchetti) sulle “Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno dell’attività di assistenza e di cura svolta dal caregiver familiare”.
E’ la stessa associazione a riferire il merito del suo intervento, affermando di aver sottolineato “l’importanza di questo tema che impatta fortemente nella vita di milioni di famiglie”.
Tra le varie proposte di legge, l’Auser ha rimarcato tre punti importanti di criticità su cui ha avanzato le proprie valutazioni. Il primo riguarda la definizione per l’esatta identificazione del caregiver. ”Riteniamo che questa definizione debba essere ampiamente inclusiva. Pensare di ridurla ai soli ‘familiari conviventi’ significa chiudere gli occhi alle conseguenze derivanti dal complesso processo di transizione demografica in atto nel Paese. I dati sono molto chiari – ribadisce l’Auser - e, come attestato ripetutamente da Istat e da ultimo certificato dalla ricerca di Italia longeva resa pubblica nei giorni scorsi, stiamo vivendo un processo di invecchiamento senza uguali nella nostra storia. Un anziano su tre oggi vive da solo, ma tra 20 anni le famiglie unipersonali saranno più di 6 milioni. Nei prossimi tre anni è atteso un milione di over 90 con il conseguente enorme bisogno di assistenza domiciliare. Pensare di poter far fronte a questa crescente domanda solo con i servizi pubblici sarebbe auspicabile, ma sappiamo bene che questo non è possibile. E allora, come pensiamo si possa garantire assistenza se limitiamo il riconoscimento di caregiver ai soli familiari, addirittura conviventi?”. Da qui il favore di Auser verso quelle proposta di legge che propongono una definizione estesa di caregiver.
La seconda criticità riguarda l’individuazione del soggetto certificante. ”Noi – ha evidenziato Auser in audizione - pensiamo che questa figura vada individuata nell’ambito dei soggetti preposti alla valutazione multidimensionale così come definita dalla legge delega 33/23 che prevede un sistema di valutazione unificata di responsabilità statale (Vamu), e una di titolarità locale (Uvm), tra loro collegate”.
La terza riguarda il profilo della legge. Auser nel corso dell’audizione ha sottolineato che tenendo conto delle competenze delle Regioni e degli enti locali e tenuto conto che 12 Regioni hanno già legiferato in materia, sia opportuno che la legge si configuri come legge quadro, individui le materie competenza diretta dello stato e stabilisca i princìpi ai quali le regioni e le province autonome sono tenute ad attenersi nella definizione dei propri interventi normativi in materia.
“In conclusione – ha rimarcato Auser - tenuto conto che le singole proposte di legge contengono significativi elementi di convergenza, riteniamo che, se collocate nel quadro prospettico della transizione demografica da cui ne deriverà un crescente bisogno di cura e assistenza, ci siano tutte le condizioni per la condivisione di un testo unificato capace di dare risposte efficaci ad una primaria domanda sociale che coinvolge la vita di milioni di persone fragili e che da anni attende una sua compita sistematizzazione”.