Povertà, in Brasile aumentano le persone che vivono in strada
La povertà diffusa non è una situazione nuova per la megalopoli di San Paolo, ma la pandemia, la sua gestione e la crisi economica che ne è derivata hanno aggravato le cose, spingendo verso il basso chi già si trovava in un fragile equilibrio. Inflazione in crescita
La povertà diffusa non è una situazione nuova per la megalopoli di San Paolo, Brasile. Ma la pandemia, insieme a come è stata gestita dal governo di Jair Bolsonaro e alla crisi economica che ne è derivata, ha aggravato le cose, spingendo verso il basso chi già si trovava in un fragile equilibrio. E allargando la platea di chi oggi è costretto a vivere per strada.
I dati. Stando all’ultimo censimento, nella metropoli brasiliana ci sono circa 25.000 persone senza fissa dimora. Ma le associazioni per le associazioni il numero reale è di oltre 40.000. L’Arsenale della Speranza, struttura del Servizio missionari giovani gestita con l’aiuto del Comune, ospita fino a 1.200 persone, cui garantisce un posto dove dormire, lavarsi e mangiare.
I nuovi impoveriti. Simone Bernardi è tra i responsabili dell’Arsenale, un osservatorio privilegiato su questo tema. “Da sempre noi siamo un termometro di quello che succede a San Paolo, quando si crea un nuovo disagio sociale noi siamo i primi a rendercene conto. Secondo Bernardi con la ripresa delle attività economiche è emersa una nuova categoria di abitanti, gente che prima della crisi sanitaria aveva lavori precari o che lavorava senza un contratto e che, comunque, non ha potuto usufruire di alcun ammortizzatore sociale. “Abbiamo visto anche un nuovo flusso in arrivo da Rio de Janeiro, la chiusura del turismo nella città carioca ha lasciato senza lavoro centinaia di persone”, dice a Osservatorio Diritti.
Inflazione in crescita. Nel 2020 il Brasile ha pagato caro la frenata delle esportazioni di materie prime, un pilastro fondamentale dell’economia del Paese. Il Pil è sceso e, in parallelo, i prezzi hanno ripreso a salire. L’aumento della benzina e la perdita di valore rispetto al dollaro hanno fatto il resto, tanto che nell’ultimo anno l’inflazione ha sfiorato un aumento del 10%. Secondo l’istituto di statistica brasiliano, l’Ibge, tutto il paniere alimentare di beni fondamentali è cresciuto. Inoltre, i circa 98 miliardi di reais destinati all’emergenza pandemia (circa 15,5 miliardi di euro), hanno fatto salire il debito dello Stato.
Fondamenta a rischio. A tremare, secondo alcuni economisti, è ora addirittura il “Plan Real”, ossia l’accordo di metà anni Novanta voluto dall’allora presidente Fernando Henrique Cardoso che è stato alla base di tutta l’economia brasiliana da allora in avanti. Un programma studiato per bloccare l’inflazione e stabilizzare l’economia e che sarebbe stato messo a rischio da Bolsonaro e dal suo rifiuto di riconoscere la gravità della pandemia e, di conseguenza, di affrontarla per tempo. Una situazione tanto grave che il 2 ottobre si prevede che le strade di San Paolo, e non solo, saranno invase da una grande manifestazione dell’opposizione al governo.
L’articolo integrale di Samuel Bregolin (da San Paolo, Brasile), Povertà in Brasile: la pandemia ingrossa le fila dei senzatetto, può essere letto su Osservatorio Diritti.