Piccola geografia di un grande museo. Il museo di geografia dell'università "viaggia" sul web con due grandi iniziative per tutti
La geografia come antidoto alla quarantena
Il Museo di Geografia dell’Università di Padova, come tutti i musei del mondo, ha subito un grosso contraccolpo dal recente lockdown dovuto all’emergenza COVID-19, ma la geografia come disciplina per sua natura si nutre di spazi sconfinati, e lo staff del Museo ha provato a reinventarsi lanciando due iniziative originali che si offrono come nuovi strumenti e orizzonti nuovi di condivisione ed educazione geografica.
Il Museo di Geografia, un Museo nuovo
Situato in via del Santo, 26 e inaugurato il 3 dicembre 2019, il Museo di Geografia del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità è il primo Museo universitario dedicato alla Geografia in Italia e il dodicesimo museo dell’Ateneo patavino afferente al Centro di Ateneo per i Musei (CAM).
Nei soli 18 giorni di apertura del 2019 è stato visitato da quasi 1000 persone attirando l’attenzione di un pubblico molto ampio che ha sistematicamente esaurito le prenotazioni per le visite guidate fino ad aprile. Tra gennaio e febbraio altri 1000 visitatori sono stati accompagnati nella visita e altrettanti erano attesi entro Pasqua. Grazie alla ottima reputazione tra gli insegnanti – costruita in quasi 10 anni di collaborazione con docenti e istituti del territorio, che ha portato negli ultimi quattro anni quasi 10.000 studenti a frequentare i laboratori al Museo – il calendario delle attività per l’anno scolastico in corso era già esaurito da mesi. Da gennaio a maggio erano attese 225 classi provenienti da tutto il nord e centro per un totale di oltre 500 docenti e 5000 studenti. A causa delle restrizioni legate all’emergenza COVID-19, il Museo ha dovuto annullare circa 190 attività didattiche previste per il periodo marzo-maggio.
Il Museo ha così deciso di andare a trovare “a casa” i propri estimatori con due campagne lanciate su web a marzo: “La mia mente viaggia” e “Missioni geografiche”.
«Anziché guardare con nostalgia al mondo che abbiamo lasciato - commenta il prof. Mauro Varotto, responsabile scientifico del Museo di Geografia - abbiamo deciso di cogliere le opportunità che questa difficile situazione ci offre: per noi è stata l’occasione da un lato di fare mente locale su piccole geografie quotidiane, ridando valore a dettagli invisibili o apparentemente insignificanti, e dall’altro di rievocare nella memoria geografie lontane, luoghi che abbiamo visitato e fotografato forse troppo frettolosamente, ritornando nel deposito delle nostre emozioni legate ai luoghi per farle rivivere e condividerle. Si può viaggiare anche senza partire».
#LaMiaMenteViaggia: il viaggio della mente come risposta alla quarantena
Ogni giorno, dal 3 marzo, educatori, docenti, personale tecnico e amministrativo del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell'Antichità hanno iniziato a condividere sui profili Facebook e Instagram del Museo i luoghi in cui la propria mente torna volentieri, con brevi descrizioni poetiche rigorosamente accompagnate da una fotografia e dalle coordinate geografiche del luogo raccontato. La campagna #lamiamenteviaggia accoglie oggi più di 60 luoghi ed ha raggiunto tra Facebook e Instagram oltre 110 mila persone.
«La nostra nuova proposta piace - confessa Giovanni Donadelli, curatore dell’iniziativa e responsabile della comunicazione social del Museo - perché ha saputo cogliere con intelligenza i limiti della situazione tramutandoli in opportunità. Molti di noi in questi giorni, infatti, stanno facendo ordine e risistemando il proprio patrimonio fotografico. Attraverso le immagini, anche se il nostro corpo rimane fermo, la nostra mente viaggia e torna in luoghi a cui ci siamo legati emotivamente. È la faccia positiva della globalizzazione, che non si esprime solo attraverso la virulenza di una malattia».
Tutti possono contribuire alla campagna condividendo il luogo in cui la propria mente viaggia sui social includendo gli hashtag #LaMiaMenteViaggia e taggando il Museo di Geografia (@MuseoGeografia).
Missioni quotidiane divergenti e divertenti per piccoli e grandi geografi
Con l’obiettivo di offrire materiali a sostegno di studenti ed insegnanti in questo tempo di didattica a distanza il Museo di Geografia, in collaborazione con l’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG) – comunità che conta oggi circa 3000 iscritti tra professionisti, appassionati ed insegnanti di geografia di ogni ordine e grado, ha dato avvio ad un progetto di educazione geografica fatto di piccole missioni quotidiane (www.missionigeografiche.it). Nato dall’iniziativa di Giovanni Donadelli, responsabile dei servizi educativi del Museo di Geografia e consigliere nazionale AIIG, il progetto “Missioni Geografiche” propone piccoli compiti quotidiani da svolgere in luoghi, modalità e tempi ogni volta diversi, invitando a osservare e ad agire in maniera creativa il mondo che ci circonda. Si rivolgono a grandi e piccoli, singoli e famiglie, ed in meno di un mese hanno incuriosito, appassionato e coinvolto oltre 12 mila persone da ogni parte d’Italia. Le missioni hanno raggiunto in totale 70 mila visualizzazioni promuovendo anche una vibrante attività sui canali social del progetto (www.facebook.com/missionigeografiche). Lo stile di scrittura è vivace, fresco e volutamente non accademico. Le missioni sono molto eterogenee nei contenuti e si prestano molto bene per pubblici vari.
«Il sito organizza le missioni in base a cinque categorie principali - racconta Valentina Ghirardi, co-autrice del sito missionigeografiche.it - bambini, ragazzi, adulti, da fare all’aperto e da fare in casa. Chi lo visita potrà essere chiamato a scoprire le coordinate geografiche del punto in cui si trova per comunicarle agli alieni, potrà mappare attraverso segni e suoni le stanze della propria casa, imitare i grandi artisti nel realizzare mappe creative dei propri immaginari. Non mancano spunti originali per creare dei mappiari (mappe-diario), visitare i grandi musei e ascoltare le emittenti radio da tutto il mondo alla ricerca della canzone più emozionante”.
«Tra le missioni, quella che finora ha ottenuto il maggior successo diventando virale (oltre 3500 letture) è la Dispensa geografica (https://www.missionigeografiche.it/dispensa-geografica/), che propone di riorganizzare la dispensa di casa in base al luogo di provenienza degli alimenti - sottolinea Giovanni Donadelli -. Un invito ad una maggiore consapevolezza sull’origine delle materie prime e sulle filiere spesso invisibili attivate dalle nostre scelte alimentari. Presto verrà pubblicata una variante di questa missione legata ai luoghi di provenienza degli abiti che indossiamo».
Le missioni geografiche sono piaciute a moltissimi insegnanti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie che le stanno già utilizzando con i propri studenti per animare una didattica a distanza spesso statica e noiosa, e al contempo rilanciare l’insegnamento della geografia, già pesantemente sacrificato negli ordini di scuola superiore dove è ormai quasi completamente scomparsa. Anche le università italiane guardano con interesse a questo progetto.
«Sono stato contattato personalmente da docenti di Didattica della Geografia di alcuni atenei italiani interessati a trasformare le missioni geografiche in una nuova metodologia didattica da promuovere in tutte le scuole. Il progetto è stato già presentato nell’Università di Udine, presto seguiranno Torino, Milano Bicocca e Università Cattolica di Milano, Firenze, oltre ovviamente a Padova - conclude Donadelli».
Tutti sono invitati a contribuire suggerendo nuove missioni o proponendo varianti a quelle esistenti, perché ognuno è chiamato a riconciliarsi con la geografia che ha dentro di sé.