Petrolio non olet… Ma le sanzioni alla Russia funzionano?
A livello di Pil e di percentuali, le sanzioni sono efficacissime. Quanto invece ai risultati che si propongono, sono sostanzialmente inefficaci.
C’è un’intensa discussione, in Italia come in altri Paesi europei, sull’efficacia delle sanzioni economiche che abbiamo adottato nei confronti della Russia di Putin, dopo l’aggressione militare della stessa all’Ucraina. Una guerra economica dichiarata e sempre più stringente, nonostante con la Russia siamo rimasti in rapporti commerciali non di poco conto (petrolio soprattutto, e metano).
Ebbene, occorre distinguere due piani. Da una parte, a livello numerico, queste sanzioni sono fortissime e saranno micidiali nel medio periodo, soprattutto quando smetteremo di acquistare idrocarburi da Mosca, che faticherà assai a trovare nuovi acquirenti. Il Pil russo crollerà, le fabbriche saranno strozzate dalla mancanza di ricambi e dall’impossibilità di accedere al mercato europeo, la finanza sostanzialmente soffocata: la Russia si ridurrà allo stato di enorme e impoverita autarchia.
Ma: in vista di che cosa? Di punirla? Di far cadere Vladimir Putin e la sua cricca? Di paralizzarla fino a quando cederà?
Ecco, a livello di Pil e di percentuali, le sanzioni sono efficacissime. Quanto invece ai risultati che si propongono, sono sostanzialmente inefficaci. L’Iran, il Venezuela e la Corea del Nord sono sotto (pesanti) sanzioni da anni, senza che ciò abbia scalfito i gruppi di potere che le comandano. Perché sono dittature, che governano con le armi e la paura: il popolo soffrirà e pure molto, non chi lo opprime. E ci saranno sempre in giro “amici” che ti sosterranno, come sa bene il siriano Assad, fantoccio appunto di soldi e armi russe.
La Russia, che è Paese immenso, può comunque contare sull’interessato sostegno della Cina, sugli acquisti sottobanco dell’India, sulle triangolazioni anti-sanzioni che si fanno tramite Serbia e Turchia… Rimane che soffriranno i più poveri, ma la Russia non è una democrazia dove – se le bollette esplodono, se le fabbriche chiudono – alle elezioni le leadership vengono mandate a casa.
Quindi? Vanno proseguite, sanzionare è l’unico sistema per combattere senz’armi una dittatura che ha il vizio di essere invasiva e condizionante anche all’esterno. Ma senza illuderci che privare il popolo russo di mele fresche e di scarpe da donna, porterà a Mosca una rivoluzione. E senza dimenticarci che i maggiori finanziatori di quel regime, oggidì come ieri, sono Germania e Italia con i loro acquisti di petrolio e gas. E siamo a questo punto perché sulle nostre bandiere, da troppo tempo, c’è scritto il motto: petrolio non olet.