Perù. Pentole e sapore di comunità

In una grande metropoli sudamericana come Lima c’è un indicatore ben preciso, seppur non scientifico, per orientarsi tra la confusa varietà di distretti e decifrare le corrispondenti condizioni socioeconomiche di chi ci vive.

Perù. Pentole e sapore di comunità

Percorrendo le strade delle aree periferiche della capitale, infatti, ci si accorge che, man mano che ci si allontana dal centro, oltre che di automobili il traffico si riempie di mototaxi. Questi mezzi a tre ruote, che a tutti gli effetti sono motociclette adattate al trasporto di passeggeri in relativa comodità, affollano le vie e si cimentano nei sorpassi più imprevedibili. È questo lo scenario che ci accoglie quando attraversiamo San Juan de Lurigancho, distretto situato nel cosiddetto “Cono Est” di Lima, per arrivare a Nuevo Perù. Questa comunità sorge a valle delle colline che circondano la capitale, le cosiddette lomas, e ospita circa mille abitanti distribuiti in 230 famiglie. «Nuevo Perù è stato fondato nel 1968 attraverso “un’invasione” di persone provenienti da Canto Chico. I nostri fondatori vennero qui, occuparono il terreno vuoto e costruirono le loro case. Alcuni di loro furono arrestati e rimasero in carcere fino a sette mesi, però poi Nuevo Perù venne riconosciuta dalle autorità il 4 aprile del 1970» ci racconta Hernan Beca, trentenne, parrucchiere per mestiere e membro della giunta direttiva di Nuevo Perù per passione. “L’invasione” descritta da Hernan è un esempio del fenomeno, che non ha nulla a che vedere con iniziative militari, attraverso cui Lima si è andata ampliando nel tempo. Questa espansione è avvenuta senza alcun tipo di pianificazione urbana, fino a rendere questa città una delle più grandi e trafficate città dell’America Latina, con i suoi 11 milioni di abitanti ufficiali e svariate altre migliaia ufficiosi. Il motore di questo processo, che ancora oggi è in atto, è l’alto tasso di immigrazione interna dovuto alla centralizzazione economica che caratterizza il Perù. Nell’immaginario collettivo dei peruviani che vivono nelle regioni meno sviluppate del Paese, infatti, a Lima c’è tutto: posti di lavoro, servizi, possibilità di migliorare la propria condizione sociale. Di fronte a ciò, la crescita urbana incontrollata ha colpito particolarmente San Juan de Lurigancho, che negli anni Cinquanta era una distesa di terreni agricoli appartenenti alle haciendas dei grandi proprietari, e oggi con oltre un milione di abitanti è il distretto cittadino più popoloso del Sudamerica.

I sogni di tanti cittadini che raggiungono la capitale a volte si dimostrano difficilmente realizzabili. Eppure, anche quando la realtà non soddisfa le aspettative, l’organizzazione della comunità e la solidarietà che la caratterizzano sopperiscono alle inefficienze delle autorità: «Sono state le donne della comunità, nel corso degli anni, a lavorare perché ottenessimo i servizi basilari, anche appoggiandosi a fondi internazionali, specialmente negli anni Novanta. Lavoravano in casa cucinando e occupandosi dei figli, però lavoravano anche collettivamente, per il bene della comunità: le donne hanno fatto sì che ottenessimo la prima mensa popolare, la scuola, il nostro parco. Anche questa sala dove siamo ora, l’abbiamo ottenuta grazie ai loro sforzi» spiega Hernan, seduto su una sedia di legno, a un tavolo dove nel giro di qualche ora decine di persone sarebbero arrivate a mangiare e condividere un momento di convivialità. Ci troviamo, infatti, nella sala da pranzo della olla común (traducibile in italiano in “pentola in comune”) di Nuevo Perù, ossia nella cucina popolare dove ogni giorno volontari e volontarie locali preparano decine di pasti per le persone in difficoltà di questa comunità e di quelle circostanti. Non a caso attorno a noi, addossati alle pareti, ci sono enormi sacchi di riso, sedie e utensili vari, ma anche disegni di bambini appesi ai muri. A raccontarci come è nata e come funziona la olla común è la sua responsabile, Pilar Leíva Terrillo: «Abbiamo fondato questa olla quattro anni fa, nel bel mezzo della pandemia e dei lockdown per il Covid-19. Inizialmente eravamo solo un centro di ricevimento per le donazioni alimentari destinate alla popolazione che vive sulle montagne, che si trova in condizioni di povertà e vulnerabilità peggiori, perché lassù non ci sono strade, quindi le auto con i pacchi alimentari non potevano raggiungerli. Noi quindi, con i nostri giovani, ricevevamo tutto e ci assicuravamo che finisse nelle mani di chi aveva più bisogno. Però, nel frattempo, anche la situazione a Nuevo Perù stava peggiorando. Allora per aiutare anche gli abitanti di qui, abbiamo iniziato a cercare sempre più donazioni e a cucinare il cibo che arrivava». Se all’inizio la olla común era frequentata da una ventina di persone che beneficiavano del pranzo, nei momenti peggiori della crisi pandemica i commensali sono arrivati anche a cento al giorno, mentre oggi si sono stabilizzati sulla settantina, racconta Pilar. Molte delle persone che vengono tutt’ora a pranzare alla olla común vivono nei cosiddetti “asientamentos humanos”, ovvero insediamenti umani, composti da casette irregolari, costruite in legno e lamiera, situate sul versante terroso della collina. Immediatamente adiacente a Nuevo Perù c’è l’insediamento San Francisco de Asis, poi Ampliación San Francisco e infine, il più alto, Asociación de Porcicultores. Sono luoghi, questi, dove vivono persone dimenticate dalle istituzioni, in molti casi senza accesso a servizi basilari come acqua corrente ed elettricità direttamente nella propria abitazione. Tra queste persone la principale fonte di sussistenza è il lavoro informale, così quando sono arrivati il Covid-19 e i divieti di uscire di casa, qui come in tante altre zone del mondo, gli introiti necessari persino per comprare da mangiare in tante famiglie sono stati azzerati.

Così, è grazie agli sforzi collettivi che queste comunità fanno fronte ad emergenze e difficoltà quotidiane, ma soprattutto grazie alla determinazione di chi crede in un futuro più giusto, come racconta Hernan: «Sforzarsi per migliorare il quartiere è davvero difficile, in parte anche per un tema generazionale. A volte i dirigenti più anziani non capiscono che noi giovani vogliamo introdurre novità per il bene di tutti. Pensano che ci vogliamo arricchire o iniziare chissà che carriera politica. Quello che non capiscono è che se i giovani di qui volessero soldi, se ne andrebbero a lavorare da qualche altra parte e terrebbero i frutti per loro stessi, non si impegnerebbero in attività solidali. Io vivo solo, non ho figli, non ho una famiglia di cui sono responsabile, potrei andarmene da qui e pensare ai miei affari, però resto».

Le lomas

Hernan Beca è anche co-fondatore dell’associazione locale Haz Tu Mundo Verde, che nel locale della cucina popolare organizza laboratori di formazione e sensibilizzazione su temi ambientali per i bambini di Nuevo Perù e dintorni. Si insegna ai bambini la particolarità delle colline che circondano la comunità. Le lomas, infatti, sono ecosistemi rari esistenti solo sulle coste desertiche di Perù e Cile, caratterizzate da un paesaggio desertico d’estate e da prati verdeggianti con decine di specie vegetali e animali in inverno.

L’espansione di Lima sfruttata dai criminali

L’espansione urbana incontrollata nella città di Lima, a oggi, si basa su pratiche illegali di traffico di terra. Spesso gruppi criminali si impossessano del terreno con la violenza e vendono lotti di terra a persone in condizioni di necessità.

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