Per il Garante il bullismo è una priorità, dalle associazioni arrivano linee guida per prevenzione e contrasto certificati
Secondo l’Istat, in Italia un minore su due è vittima di bullismo e l’età più a rischio è quella compresa tra gli 11 e i 17 anni. Gli episodi si ripetono con frequenza settimanale nel 9,1% dei casi; ad essere più colpite sono le femmine (20,9%) rispetto ai maschi (18,8%). Differenze anche tra Nord e Sud: il fenomeno è più diffuso nelle regioni settentrionali dove la media raggiunge il 23% e supera il 57% se si considerano anche le azioni sporadiche.
In una nota al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano sottolinea che bullismo, cyberbullismo e violenza sono episodi sempre più frequenti in ambito scolastico e che per prevenirli e contrastarli è necessaria una strategia di intervento complessa che, oltre a dare attuazione agli strumenti normativi, produca anche un cambiamento culturale.
Indispensabile quindi investire nella promozione della «cultura della mediazione, per sviluppare un approccio non violento alla risoluzione dei conflitti»; nello sviluppo di «programmi di educazione civica e di educazione all’affettività e alle emozioni» e di «programmi di potenziamento della consapevolezza digitale» per «rendere bambini e ragazzi cittadini digitali critici e consapevoli».
E all’insegna della concretezza si ispira la prassi di riferimento Uni/PdR 42:2018 per prevenire e contrastare il bullismo a scuola presentata a Milano, frutto del lavoro di Accredia, l’ente unico nazionale di accreditamento, con Fidae (Federazione scuole cattoliche), Isre (Istituto superiore internazionale salesiano di ricerca educativa) e Moige (Movimento italiano genitori) e con la partecipazione di rappresentanti dell’avvocatura e della magistratura.
Obiettivo del documento, definire un sistema di gestione che individui rischi di bullismo, comunichi con efficacia all’esterno le proprie strategie di intervento, rafforzi la fiducia delle famiglie, favorisca un approccio multidisciplinare al contrasto e possa anche essere utilizzato come riferimento per una certificazione rilasciata da un organismo accreditato indipendente di parte terza sull’efficacia delle misure adottate. Si tratta in pratica di linee guida - rivolte agli istituti scolastici di ogni ordine e grado, ma anche alle organizzazioni che a vario titolo si occupano di minori - per un’applicazione efficace delle misure di prevenzione e contrasto previste dalla legge, intese a rafforzare la fiducia delle famiglie e della società nei confronti di scuole e organizzazioni che accolgono minori e che spiega Giuseppe Rossi, presidente di Accredia, potranno ottenere – e questa è una novità assoluta -
una certificazione rilasciata da un organismo accreditato per poter dimostrare l’adozione e la realizzazione di queste azioni.
La scuola o l’organizzazione che applica la prassi dovrà rendere pubblico un documento nel quale si impegna tra l’altro ad attivare misure antibullismo illustrandone obiettivi e strategie; dovrà garantire adeguata vigilanza sugli alunni in tutti i suoi spazi e definire ogni anno azioni da attivare per migliorare prevenzione e contrasto. E ancora: ogni scuola/organizzazione dovrà inserire nel proprio sito web una sezione dedicata nella quale inserire la strategia adottata, l’indirizzo e-mail per segnalare eventuali casi, il testo della prassi di riferimento, i nominativi dei componenti della Commissione antibullismo, uno specifico regolamento nel quale indicare comportamenti non consentiti e relative sanzioni disciplinari. Dovrà infine adottare un piano di formazione e sensibilizzazione di tutte le componenti e sottoporsi periodicamente ad audit, programmati e a sorpresa.
Esprime soddisfazione Virginia Kaladich, presidente nazionale Fidae: «L’opera educativa è frutto di vere e profonde alleanze tra genitori, scuola, associazioni ecclesiali e sportive, territorio. Alleanza fatta di dialogo, confronto, scelte condivise e sostenute. Un’interazione efficace tra adulti significativi che si sostengono e si rispettano vicendevolmente nei ruoli e nei compiti». Nel caso specifico, questa alleanza «si traduce in formazione e prevenzione, e sono molte le realtà educative già impegnate in questa direzione».
«Tutti noi siamo impegnati per garantire la serenità e la sicurezza dei nostri figli – aggiunge Piero Torretta, presidente Uni – è in questo che la tecnica (la prassi di riferimento è infatti strumento della tecnica!) si veste di umanità». Per Antonio Affinita, direttore generale Moige, la tutela dei minori «è un atto di responsabilità collettiva che deve coinvolgere non solo le famiglie ma anche gli insegnanti, le scuole, gli enti e le istituzioni centrali e territoriali, oltre alle aziende». Ma anche il mondo del diritto è interessato alla novità giacché «il contenzioso penale e civile legato al bullismo è in costante aumento e le regole contenute nella prassi saranno certamente tenute in considerazione anche nelle aule di tribunale ai fini dell’accertamento delle responsabilità per fatti di bullismo e cyberbullismo», conclude il project leader della prassi di riferimento Emanuele Montemarano.