Pastorale giovanile dopo la GMG. Cosa proporre a questi giovani in autunno? Parla don Paolo Zaramella
Don Paolo Zaramella, direttore della pastorale dei giovani di Padova, pone la questione alle parrocchie: «Sapremo accompagnare questi giovani in veri percorsi di crescita nella fede?»
«Il quotidiano, questo è il vero annuncio di questa Gmg». Don Paolo Zaramella, responsabile della pastorale dei giovani della Diocesi di Padova, porta a casa da Lisbona questo messaggio del vescovo Claudio. È stato proprio don Zaramella – insieme a don Mattia Francescon, don Federico Giacomin e Giorgio Pusceddu – a curare i tre giorni di catechesi. «Senza effetti speciali, senza giochi o video o canzoni. Solo pochi ingredienti: la preghiera di lode, una provocazione iniziale che lanciava il tema, la condivisione in piccoli gruppi, l’ascolto della parola di Dio e una breve riflessione del vescovo, corredata da alcune domande di approfondimento in un dialogo vivace». Don Zaramella ammette la fortuna per i giovani padovani di vivere tutti insieme la catechesi: «Ha dato la dimensione di Chiesa diocesana, in più i vescovi che hanno tenuto le catechesi (mons. Cipolla di Padova e mons. Tasca di Genova) hanno mostrato l’umiltà di non poter rispondere a tutte le domande dei giovani, ma invitando questi ultimi ad affrontarle con i loro educatori e i loro “don”». Il bilancio è positivo: «I volti, i sorrisi, gli sguardi parlano più delle parole. E questo vale più di ogni riflessione». A chi ha seguito da lontano è importante ricordare che la Gmg non ha al centro il papa: «È Cristo che sono andati a incontrare». E loda le parole del papa, i linguaggi artistici della veglia e della via Crucis, un’organizzazione «che ha saputo con sapienza accompagnare i giovani all’incontro con Cristo». Di fronte alle polemiche su come il tanto entusiasmo delle Gmg rischi di infrangersi sugli scogli dell’ordinarietà, una volta che le ferie saranno finite, don Zaramella spiega: «Le Giornate mondiali del passato raccontano di gruppi parrocchiali, interparrocchiali e vicariali di giovani che sono nati proprio sulla scia della partecipazione alla Gmg. Non è solo questione di continuità per i ragazzi, ma anche su di noi, come parrocchie. Che cosa possiamo proporre oggi a questi ragazzi? Sapremo accompagnare i giovani in percorsi di vera crescita nella fede nel prossimo autunno?». E conclude: «Dopo sette anni di pastorale giovanile e di incontri nelle parrocchie, mi sono convinto ancora una volta che la strada per la pastorale giovanile sia percorribile e possibile ovunque».