Parla un educatore. Accompagnare chiede una preparazione minuziosa
Anche quest’anno continua il cammino di iniziazione cristiana per il gruppo di ragazzi di 11-12 anni. Tre educatrici e io lavoriamo fianco a fianco per portare attività sempre nuove, che tengano conto della vita dei ragazzi e trasmettano loro la gioia di vivere con Dio all’interno della comunità.
Coadiuvandoci con i catechisti programmiamo e strutturiamo i vari incontri; i catechisti nelle domeniche a loro disposizione svolgono un’attività più “teorica” legata alla Parola del Signore. Noi animatori nelle altre domeniche scegliamo dei giochi e attività sempre attinenti alla Parola, ma più calati nel quotidiano e mirati a far nascere nei ragazzi il desiderio di continuare a frequentare i luoghi comunitari. La scelta delle attività non è sempre semplice e immediata perché gli argomenti che si trattano sono importanti per la crescita della fede personale di ogni ragazzo. Riuscire a trovare un gioco che faccia capir loro l’importanza del Vangelo comporta una preparazione minuziosa per non farsi trovare impreparati alle domande dei ragazzi.
Il gruppo è composto da circa una ventina di ragazzi che presi singolarmente sono fantastici, ma basta affiancare due amici per distogliere tutta l’attenzione del gruppo. Il compito di noi educatori è anche quello di limitare tali situazioni: a volte ci costa delle arrabbiature e delle delusioni, ma non facciamo abbattere da questi comportamenti. In fondo il nostro impegno ci viene ripagato quando un ragazzo ci ringrazia anche in maniera semplice compiendo un gesto o esprimendo un parere positivo.
Prima che fossimo noi ad accompagnare i ragazzi siamo stati guidati in maniera diversa, ma sempre con il filo conduttore della Parola di Dio. Anche ora siamo in continuo aggiornamento affiancati non solo dai catechisti, ma anche da chi ci ha preceduto e ha lasciato a noi un incarico così importante. Non smettiamo di comprendere ciò che Dio ci trasmette. La soddisfazione più grande sarebbe quella di vedere in futuro uno di questi ragazzi diffondere a sua volta la gioia di un servizio impegnativo ma allo stesso tempo gratificante.
Filippo Marchetti