Padre Agostino Gemelli 105 anni fa istituì a Padova un laboratorio sulla salute degli aviatori. Fulgido esempio di scienza e fede
È noto in Italia e nel mondo della cultura il nome di padre Agostino Gemelli quale benemerito fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Meno nota è l’attività da lui prestata durante la prima guerra mondiale quale ufficiale medico, cappellano militare e cultore di scienze psicologiche.
Per testare l’attitudine al volo degli aspiranti piloti della neonata Aeronautica italiana, onde cercar di ridurre il gran numero di perdite umane registrato nei primi due anni del conflitto, nell’estate del 1917 era stata costituita a Torino una sezione dell’Ufficio psico-fisiologico dell’aviazione dipendente dal Ministero della Guerra direzione generale dell’Aeronautica comando scuole aviatori di Roma. Per poter meglio operare a diretto contatto con il fronte, padre Gemelli, profondo cultore di scienze psicologiche, istituì un analogo laboratorio presso il comando supremo a Padova dedicato ai problemi psicologici dei soldati, in particolare degli aviatori. Nei due anni di attività del laboratorio, furono esaminati oltre 8.700 candidati un terzo dei quali fu scartato soprattutto per problemi alla vista e all’udito. Mi sia consentito ricordare che, fra i due terzi degli esaminati ammessi, vi era pure mio padre Arturo divenuto poi esperto pilota e comandante di squadriglia. Parte di tali attrezzature, all’epoca all’avanguardia, esistenti nel laboratorio torinese e probabilmente utilizzate anche a Padova, sono state recuperate e restaurate: fra esse, una sedia girevole per saggiare le risposte dell’equilibrio, il sistema per testare la velocità dei riflessi, due simulatori di volo, una campana ipobarica per simulare le condizioni di bassa pressione e riduzione dell’ossigeno e molti altri.