Ordini professionali, Ulss 6, non profit Uneba e volontariato: nel Padovano impegni di collaborazione per mettere i malati di Alzheimer al centro
Giornata Mondiale Alzheimer -. Anche l'assessore regionale Manuela Lanzarin a Padova per il convegno “Insieme, molto è ancora possibile”
PADOVA - Per garantire la dignità alle persone che soffrono di Alzheimer o altre demenze, per sostenere le famiglie e per garantire una presa in carico complessiva, c'è un'unica strada: la stretta collaborazione. Quella tra pubblico, non profit e volontariato, e tra tutte le professionalità del cui apporto il malato ha bisogno.
Lo ha ribadito con forza la quarta edizione di “Insieme, molto è ancora possibile”, appuntamento con cui sabato 21 settembre 2019 a Padova, presso il teatro MPX, si è celebrata la Giornata Mondiale Alzheimer.
“I risultati si raggiungono solo insieme. – ha sottolineato nel suo saluto iniziale Domenico Scibetta, direttore generale dell'Ulss 6 Euganea -Siamo qui presenti oggi per sottolineare che l'integrazione sociale e sanitaria è il vanto del nostro modello assistenziale”.
“C'è ancora molto da fare, ad esempio per superare la disinformazione, ma questa è la strada giusta. E' importante creare un'alleanza: noi dei Comuni siamo a vostra disposizione”, ha detto Alessandro Bolis, presidente della Conferenza Sindaci dell'Ulss 6.
Per il Comune di Padova ha portato il suo saluto la consigliera comunale Anna Barzon.
“Le persone con demenza in Veneto sono circa 66 mila.– ha ricordato l'assessore a sanità e politiche sociali della Regione Veneto Manuela Lanzarin - Dobbiamo lavorare sulla prevenzione e costruire un nuovo contesto di protezione, e di welfare di comunità. La strada è ancora lunga, ma il Veneto rispetto a questi stimoli non si tira indietro”. L'assessore ha poi sottolineato il ruolo prezioso dei Centri Sollievo e dei 1500 volontari che in tutto il Veneto vi operano.
E' sulle diagnosi di Alzheimer e demenza che è necessario fare passi avanti, ha sottolineato Cristina Basso, dirigente medico dell'Azienda Zero. Gli ospiti con demenza riconosciuta nelle residenze sanitarie assistenziali del Veneto sono 16613, cioè il 49% del totale degli ospiti, ma il decadimento cognitivo ne riguarda molti di più. “C'è ancora molto stigma: manca, a volte, una comunicazione chiara della diagnosi”, ha detto Basso. Ha poi sottolineato le necessità di una presa in carico integrata ed interdisciplinare delle persone con diagnosi di demenza; di una continuità della presa in carico dopo la diagnosi iniziale.
“E' fondamentale creare sinergie strutturate tra tutti gli operatori della Mappa delle Demenze”, ha sottolineato Anna Ceccon, coordinatore dei Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze dell'Ulss 6.
Il suo intervento è stato parte della tavola rotonda sull'utilizzo e nell'implementazione della Mappa delle Demenze della Regione, in cui tutte le parti in causa, e in particolare gli Ordini professionali di riferimento per l'Ulss 6, hanno assunto impegni di collaborazione per un sempre migliore servizio alla persona fragile: un modello esportabile anche in altre parti del Veneto.
Alla tavola rotonda hanno partecipato anche Fabiola Talato per l'Ordine dei Medici di Padova, Diego Ruzza per l'Ordine degli Psicologi del Veneto, Fabio Castellan per l'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Padova, Davide Ceron per l'Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche della Riabilitazione e Prevenzione - Province di Venezia e Padova, Eleonora Zini ed Alessandra Zapparoli per l'Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto, Margherita De Cinti in rappresentanza delle 9 associazioni dei centri sollievo dell'Ulss 6. Con loro anche Emanuele Vignali, direttore sanitario di Opera della Provvidenza Sant'Antonio, che ha sottolineato: “La missione dei centri servizi è ridare dignità a chi ha malattia e dare supporto alla sua famiglia. Dobbiamo garantire una costellazione di servizi che siano in grado di rispondere ai bisogni che le diverse fasi della malattia esprimono”. Vignali è intervenuto a nome dei tre centri servizio associati Uneba Veneto che hanno organizzato l'evento: Opera della Provvidenza Sant'Antonio. Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus, Fondazione Santa Tecla.
Daniela Carraro, direttore dei servizi socio sanitari della Ulss 6 Euganea, ha presentato il modello di funzionamento dei Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze presenti in ogni distretto della Ulss 6 e dei 23 centri sollievo presenti in tutto il territorio.
“Questo progetto si sta arricchendo di condivisione”, ha notato con soddisfazione il direttore generale di Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus Fabio Toso. Che ha lanciato l'idea di un cambio di nome per l'edizione 2020 dell'evento: da “Insieme, molto è ancora possibile” a “Solo insieme, molto è ancora possibile”, a sottolineare che la strada della collaborazione è davvero l'unica possibile, e da cui non si torna indietro.
Culmine della giornata “I cassetti non parlano”, reading / spettacolo della Compagnia Teatro Periferico della provincia di Varese, regia di Paola Manfredi, che ha raccontato la vita quotidiana, le emoziomi e le fatiche delle persone con decadimento cognitivo e dei loro caregiver.
Ad organizzare il convegno sono stati i nodi padovani della rete di servizi per l'Alzheimer: Ulss 6 Euganea, Fondazione Opera Immacolata Concezione di Padova, Opera della Provvidenza Sant'Antonio di Sarmeola, Fondazione Santa Tecla di Este, il volontariato di Amap, Auser, Avo, Non Dimenticare Chi Dimentica, Un Abbraccio per l'Alzheimer.
L'evento è stato parte del percorso di Padova capitale europea del volontariato 2020.