Olimpiadi 2026: vincono Milano e Cortina. “Saranno un motore culturale per il movimento sportivo”
“Stiamo festeggiando e siamo ancora emozionati per la vittoria della candidatura di Milano e Cortina come sede per ospitare le Olimpiadi invernali 2026”. Lo dice al Sir Paola Abbiezzi, direttore didattico del master “Comunicare lo sport” dell’Università Cattolica.
“La gioia – spiega Paola Abbiezzi – è che si tratta di un grande evento che siamo certi sarà un motore culturale per il movimento sportivo. Dal lavoro che già stiamo facendo in Università Cattolica abbiamo la sensazione che davvero ci sia una sensibilità nuova per lo sport, che non sia più percepito solo come qualcosa di performante. Un evento come le Olimpiadi non può che essere un catalizzatore del movimento culturale dello sport”. La professoressa si aspetta, quindi, degli effetti benefici: “Già Expo, che era stata accolta a Milano con perplessità come evento, ha invece stimolato molto fare. Un evento come le Olimpiadi speriamo possa avere una ricaduta positiva sul movimento sportivo e sul valore che lo sport può insegnare ai giovani”. Abbiezzi ricorda anche “il problema vero dell’abbandono dello sport, mentre le Olimpiadi possono essere il modello di un’attività che coinvolge tutti”.
“Nello slogan ‘Dreaming together’ c’è già il senso di tutto: aggregare, fare sistema, cercare di tenere assieme poli, centri, geografie diverse di un Paese come l’Italia, che, più che mai, ha bisogno di collante, di qualcosa che tenga unito”. Aggiunge Paolo Dalla Sega, professore di Valorizzazione urbana e grandi eventi all’Università Cattolica di Milano. “Ho trovato molto positiva – prosegue il docente -, anche per l’esito ovviamente, la delegazione italiana con regioni, città diverse, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il messaggio del capo dello Stato che hanno molto insistito su questo essere insieme, sulle capacità nuove dell’Italia: la bellezza e l’accoglienza le conosciamo, ma anche una capacità organizzativa, che probabilmente viene da Expo e che adesso sarà bello mettere alla prova in un evento anche più importante in un certo senso, più popolare, più appassionante come le Olimpiadi 2026”.
Che frutti si aspetta? “Gli impatti positivi, che sono stati in parte calcolati dal punto di vista della produzione, dell’occupazione. Mi aspetto che l’Italia davvero rialzi la testa, e non è un gioco di parole, in un periodo in cui non siamo così amati fuori dai nostri confini, in particolare in Europa. Ancora, mi aspetto che l’Italia tenga assieme meglio città e montagna, città e territori, si ricordi di essere Paese e di avere una sua grandezza che tiene insieme e connette il macro e il micro, le regioni e le metropoli. Sia più Italia”.