Myanmar nella morsa della variante Delta. Joseph Hmung (giornalista): “I vaccini non bastano, chiediamo aiuto”
Almeno un milione di persone contagiate. Il Myanmar è alle prese con una terza ondata di pandemia che sta mettendo in ginocchio la popolazione già provata dal colpo di Stato del 1° febbraio e dalla guerra civile che è scoppiata in tutto il Paese. “I vaccini in Myanmar non bastano”, dice al Sir Joseph Kung Za Hmung, direttore del quotidiano cattolico online Gloria News Journal. I militari stanno acquistando vaccini da India, Cina e Russia e chiedono al governo degli Stati Uniti di donare vaccini al Myanmar. Fino ad ora il precedente governo della Nld (Lega Nazionale per la Democrazia) ha ricevuto circa 3 milioni di vaccini dall'India e l'esercito 4 milioni di vaccini dalla Cina. “Ora i militari stanno iniettando vaccini al personale governativo, ai lavoratori in prima linea e alle persone sopra i 60 anni in tutto il paese”. Ma il resto della popolazione rimane fuori dalla vaccinazione e il virus intanto si dilaga
“I vaccini in Myanmar non bastano. La nostra popolazione totale è di circa 55 milioni di persone. Con le dosi a disposizione, il consiglio militare sta dando la priorità al personale governativo, ai lavoratori in prima linea e alle persone sopra i 60 anni. Per il momento solo loro in tutto il paese possono accedere ai vaccini”. A lanciare l’allarme è Joseph Kung Za Hmung, direttore del quotidiano cattolico online Gloria News Journal. Il Coronavirus Covid-19 con la sua variante Delta corre veloce in Myanmar. Il Paese che dal 1° febbraio è governato da una giunta militare dopo il colpo di Stato, è alle prese con una terza ondata di pandemia che sta mettendo in ginocchio la popolazione. Dopo il colpo di Stato, è scoppiato in tutto il Paese una vera e propria guerra civile tra le forze di sicurezza del potere centrale e le forze armate locali dei diversi movimenti di dissidenza. Migliaia di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case, soprattutto laddove i combattimenti hanno preso di mira villaggi e cittadine. La gente si è rifugiata nella giungla, spesso senza la possibilità di nutrirsi e curarsi. All’emergenza del conflitto armato e della fame, si è purtroppo aggiunta, nell’ultimo mese, la variante Delta.
Covid-19, tra statistiche ufficiali e realtà. “Il funzionario del Ministero della Salute – racconta al Sir Joseph Kung Za Hmung – ha affermato di aver contato il numero di decessi avvenuti negli ospedali e centri di cura Covid. Quindi i casi ufficiali, confermati al 7 agosto, sono 322.838 contagi, 11.262 morti e 234.454 guariti”.
Si teme però che i numeri siano ampiamente sottostimati, a causa dei tamponi limitati e del fatto che le cifre ufficiali tengono conto solo di coloro che muoiono nelle strutture mediche. Il giornalista conferma: “penso – dice – che siano più di 1 milione le persone contagiate”.
In questi giorni, più volte il cardinale Charles Bo, arcivescovo di Yangon e presidente dei vescovi birmani, è sceso in campo per allertare la comunità internazionale sulla situazione in Myanmar. Nei suoi ripetuti appelli, il cardinale parla di gente alla disperata ricerca di ossigeno per curare le persone in case, di ospedali sovraccarichi e di “lunghe code nei cimiteri”. Venerdì 6 agosto, a Yangon, si è celebrata una messa solenne in memoria di tutte le vittime del Covid e i vescovi birmani hanno lanciato una campagna nazionale di preghiera per vincere la pandemia.
“Le emergenze più critiche sono i vaccini e l’ossigeno”, sottolinea il giornalista del Gloria News Journal. “I militari stanno acquistando vaccini da India, Cina e Russia e chiedono al governo degli Stati Uniti di donare vaccini al Myanmar. Fino ad ora il precedente governo della Nld (Lega Nazionale per la Democrazia) ha ricevuto circa 3 milioni di vaccini dall’India e l’esercito ha ricevuto 4 milioni di vaccini dalla Cina. Ora i militari stanno iniettando vaccini al personale governativo, ai lavoratori in prima linea e alle persone sopra i 60 anni in tutto il paese. Inoltre, da 3 settimane, sono stati decisi lunghi giorni festivi per arginare la diffusione della pandemia”. Ma nonostante gli aiuti e le donazioni i vaccini non bastano per tutta la popolazione birmana.
“Voglio fare un appello al governo degli Stati Uniti”, aggiunge subito Joseph, “perché ci doni vaccini in modo da raggiungere almeno il 50% della nostra popolazione”
Il Covid non risparmia nessuno. Il 22 luglio nella cittadina birmana di Pathein è morto, stroncato dal Coronavirus, il vescovo John Hsane Hgyi. Tra le vittime si contano anche preti e religiosi, spesso impegnati in prima linea a soccorrere i malati. Anche il giornalista ha contratto il virus, insieme alla moglie e alla figlia. “Abbiamo consultato il nostro medico di famiglia e lui ci ha consigliato di rimanere a casa e fare cure domiciliari. Abbiamo appreso che circa l’80% dei pazienti Covid in Myanmar non è andato nei centri militari e negli ospedali, curandosi a casa da solo”. Nelle ultime tre settimane, diverse religioni e organizzazioni di beneficenza stanno aprendo in tutto il paese centri di cura dove migliaia di pazienti affetti da Covid stanno ricevendo cure. Anche i militari hanno aperto centri per il trattamento del Covid.
Il problema è che “negli ospedali, come sapete, il 99% dei medici sta facendo movimento di disobbedienza civile contro il consiglio militare e quindi ci sono pochi medici disponibili stanno lottando per prendersi cura dei pazienti in tutto il paese”.
Ha quindi ragione l’arcivescovo Bo quando, nel suo ultimo appello, ha scritto: “Ancora una volta, imploriamo: abbiamo bisogno di unità. L’unica guerra che dobbiamo fare è contro il virus. Per affrontare questa emergenza, armiamoci solo di kit medici, ossigeno e altri supporti per aiutare il nostro amato popolo”.