Mons. Pezzi (Mosca): “La speranza oggi porta il nome della Croce”

“L’amore infinito e misericordioso di Dio che accoglie tutti, è ciò che permette di sperare. Senza fare l'esperienza di questo amore misericordioso, resta il dolore. Restano l'angoscia e l'abbandono. E’ ciò che Gesù stesso ha provato sulla croce, dentro l'abbraccio amoroso del Padre. Ecco perché la Croce è anche fonte di irradiazione della luce”

Mons. Pezzi (Mosca): “La speranza oggi porta il nome della Croce”

“La Croce di Gesù non è solo un evento accaduto puntualmente in un certo giorno, in un certo anno, nel passato. La Croce di Gesù è anche un cammino, una storia che attraverso le epoche prende il volto innanzitutto di coloro che accolgono questa croce. Cioè di coloro che vivono la propria storia, la propria vita, imitando e abbracciando la croce di Cristo. Questo è il solo modo per entrare nel profondo della morte stessa e del buio stesso”. Raggiunto dal Sir, mons. Paolo Pezzi, arcivescovo della diocesi della Madre di Dio a Mosca e presidente dei vescovi della Federazione Russa, riflette sul Venerdì Santo.  

Quali sono i volti oggi della Croce di Gesù e della notte scesa dopo la sua morte? 

Potremmo dire che oggi, concretamente, il volto della Croce di Gesù è il volto del suo perdono. Col perdono, Gesù non ha solo dato una nuova chance a coloro che erano vicino a lui, ma anche a coloro che lo tradivano, che lo abbandonavano e che lo mettevano in croce. Gesù ha accolto anche queste persone. 

Questo vale anche per noi. Solo in questo modo riusciremo a scoprire nella croce non un insieme di sofferenze senza senso. Ma scopriremo che il senso profondo di queste sofferenze è un amore infinito e misericordioso.  

Come sperare nella luce, quando tutto intorno è nel buio? 

L’amore infinito e misericordioso di Dio che accoglie tutti, è ciò che permette di sperare. Senza fare l’esperienza di questo amore misericordioso, resta il dolore. Restano l’angoscia e l’abbandono. E’ ciò che Gesù stesso ha provato sulla croce, dentro l’abbraccio amoroso del Padre.

Ecco perché la Croce è anche fonte di irradiazione della luce.

Non a caso, Santa Faustina Kowalska vedeva nella Croce, o meglio in Cristo crocifisso e risorto, la fonte di una luce che si irradiava dal suo cuore. Può sembrare paradossale ma la speranza oggi porta il nome della Croce. Soprattutto in questo giorno del Venerdì Santo in cui tutto si racchiude in uno strano – per certi versi, inquietante per altri pacificante, silenzio. Quello che sorge, quello che rimane è quella a volte non cosciente speranza che dà la certezza di essere abbracciati da quell’amore infinito. E’ la speranza della Maddalena che va al sepolcro. Nonostante i discepoli restino un po’ titubanti, lei rimane al sepolcro. La sua speranza sarà premiata da Gesù, che la viene a trovare.

Potremmo dire che Maddalena è beata perché è colei che ha sperato.  
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Fonte: Sir