Mimmo Lucano, arrestato il sindaco simbolo dell'integrazione: "Sconvolto". Primi attestati di solidarietà

"Sono sconvolto", sono le parole che il sindaco della cittadina simbolo dell'accoglienza, Mimmo Lucano, riesce a pronunciare. Miraglia (Arci) "Solidarietà, la sua è un'amministrazione partigiana". Aboubakar Soumahoro: "A Riace il 6 ottobre". Gazzi (Assistenti sociali): No a strumentalizzazioni

Mimmo Lucano, arrestato il sindaco simbolo dell'integrazione: "Sconvolto". Primi attestati di solidarietà

Roma - "Sono sconvolto". Sono le uniche parole che Mimmo Lucano, sindaco di Riace, chiamato da Radio Capital, pronuncia al telefono. Questa mattina il primo cittadino del Comune simbolo di accoglienza in tutto il mondo è stato posto agli arresti domiciliari. Il provvedimento è scattato al termine delle indagini, coordinate e dirette dalla procura della Repubblica di Locri, sulla gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell'Interno e dalla prefettura di Reggio Calabria per l'accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico. Lucano è accusato di "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e di fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti".Nell'ambito dell'operazione, denominata Xenia ed eseguita dai finanzieri del gruppo di Locri, è coinvolta anche la compagna del primo cittadino, Tesfahun Lemlem, per la quale è stato disposto il divieto di dimora.

Ai microfoni di Radio Capital il suo vice, Giuseppe Gervasi dice di "aver ricevuto un colpo, come se mi avessero sparato ho pianto per mezz'ora, è una cosa assurda. Ma non è la fine, non dobbiamo mollare. Noi stavamo sognando, volevamo portare diritti per tutti, Riace era, è e sarà un esempio meraviglioso. Ora pero' è come se avessero svegliato un bambino che faceva un sogno meraviglioso. La parte buona della Calabria e' stata messa in ginocchio". Nel merito dell'inchiesta Gervasi dice che "possono essere stati commessi degli errori, tutti gli amministratori ne fanno ma mi aspetto, devono revocare gli arresti domiciliari a Lucano. Spero che tutto si chiarisca al piu' presto ma- aggiunge- non ho ancora visto l'ordinanza quindi non voglio dire cose inesatte. Sento parlare di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, di matrimoni combinati. Ma mica stiamo parlando di decine di nozze ma al massimo di un paio di persone che, per quanto ne so, ci tenevano a sposarsi. Voglio vedere le carte, per ora sono amareggiato, deluso". Gervasi infine risponde al Ministro dell'Interno Salvini: "Credo che non si debba mai esultare quando ci sono persone che soffrono. Determinati valori li hai o non li hai. Ognuno ha un carattere e si esprime per quello che e'. Quindi dico che non si deve mai gioire per le disgrazie altrui e credo che anche Salvini debba moderare i toni. Non credo lui abbia dato un esempio positivo, vista la gestione dei 49 milioni di Euro di finanziamento pubblico e visto come applica la Costituzione".

L'accusa. I finanzieri del Gruppo di Locri hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare alle prime luci dell'alba. La misura cautelare - spiegano- rappresenta l'epilogo di approfondite indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri, svolte in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell'Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l'accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico. Nel corso dell'attività di indagine sarebbe emerso il ruolo del Sindaco Lucano che, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, si sarebbe distinto nell'organizzare veri e propri "matrimoni di convenienza tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano".Gli elementi di prova raccolti dimostrerebbero, secondo quanto emerge dalla procura, come il Sindaco Lucano, insieme alla sua compagna Tesfahun Lemlem, avessero "architettato degli espedienti criminosi  volti ad aggirare la disciplina prevista dalle norme nazionali per ottenere l'ingresso in Italia - si legge nel comunicato diffuso dalla procura di Locri . Riscontrata "una lunga serie di irregolarità amministrative e di illeciti considerati penalmente rilevanti" che costellavano la realizzazione del progetto, ma viene evidenziata dall'accusa anche e soprattutto "l'estrema naturalezza con la quale Lucano e la sua compagna si trovavano a trasgredire norme civili, amministrative e penali". Nel corso delle indagini la Guardia di Finanza ha poi raccolto "elementi ritenuti inconfutabili" circa il fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti della cittadina riacese, così impedendo l'effettuazione delle necessarie procedure di gara previste dal Codice dei contratti pubblici e favorendo invece, secondo l'accusa, due cooperative sociali, la "Ecoriace" e L'Aquilone". Cooperative sociali che difetterebbero, sempre secondo quanto riscontrato, dei requisiti di legge richiesti per l'ottenimento del servizio pubblico, poiché non iscritte nell'apposito albo regionale previsto dalla normativa di settore. Per quanto riguarda la gestione dell'accoglienza: "ferme restando le valutazioni già espresse in ordine alla tutt’altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, delle risorse erogate per l’esecuzione dei progetti S.P.R.A.R. e C.A.S., ed acclarato quindi che tutti i protagonisti dell’attività investigativa conformavano i propri comportamenti ad estrema superficialità, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate", sottolinea ancora la procura.

La notizia dell'arresto ha provocato una serie di reazioni nel mondo delle associazioni. "Che in Calabria, come nel resto d’Italia, ci sia un problema dai legalità e criminalità è cosa certa. Le mafie controllano una parte consistente della nostra economia, e non bastano certo i tweet del Ministro della Propaganda a combatterle - sottolinea Filippo Miraglia di Arci nazionale -. Ma che questo problema possa riguardare il modello Riace e il suo sindaco, mi sembra veramente improbabile. Noi confidiamo sempre nella magistratura, anche quando sbaglia. A leggere il comunicato stampa della Procura di Locri però non ci sono elementi per dubitare della buona fede e del comportamento del sindaco Lucano. L’accusa di superficialità o di aver commesso illeciti amministrativi non rientra nella fattispecie del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e non ha nulla di penalmente rilevante. Lo stesso GIP ammette che “Ferme restando le valutazioni già espresse in ordine alla tutt’altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, delle risorse erogate per l’esecuzione dei progetti S.P.R.A.R. e C.A.S., ed acclarato quindi che tutti i protagonisti dell’attività investigativa conformavano i propri comportamenti ad estrema superficialità, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate”.Esprimiamo la nostra solidarietà a Mimmo Lucano che, al di la dell’esito di questa vicenda giudiziaria, rappresenta un modello di “amministrazione partigiana”, dalla parte dei poveri, degli ultimi, dei migranti e dei rifugiati, che certamente da fastidio alla cultura xenofoba e razzista che oggi sembra dominare lo spazio pubblico - aggiunge Miraglia -. Se spiegare ad una persona come si può ottenere un permesso di soggiorno, previsto dalla nostra legge, regolarizzando la propria posizione, vuol dire favorire l’immigrazione clandestina, dovrebbero arrestarci tutti". Anche Aboubakar Soumahoro, attivista Usb, ha lanciato un appello su Twitter per una manifestazione di solidarietà: "Tutti a Riace il 6 ottobre - scrive su Twitter -. Restiamo al fianco di questa comunità solidale. Restiamo umani. Il modello Riace basato sull’integrazione non si arresta, perché costruito sul rispetto della dignità umana e sulla giustizia sociale. Solidarietà a Mimmo Lucano e la sua famiglia".

 

Per l'associazione Progetto Diritti si "tratta dell’ennesimo attacco a quel mondo che ogni giorno è impegnato sul fronte dell’accoglienza, del rispetto dei diritti umani e dei valori che sono alla base del nostro ordinamento e delle convenzioni internazionali cui l’Italia ha aderito - sottolineano in una nota - . Con l’arresto del sindaco Mimmo Lucano si è scelto di colpire, additandolo come criminale, un modello di accoglienza conosciuto in tutto il mondo, che ha dato nuova speranza a uno dei tanti borghi abbandonati del nostro Meridione e ha dimostrato potentemente al mondo che una società che include e si nutre di convivenza è l’unico futuro possibile". Progetto Diritti esprime "solidarietà e vicinanza alla comunità di Riace e al suo Sindaco, che coraggiosamente sfida le politiche razziste e demagogiche del nostro Paese. Ci uniamo all’appello della rete di cittadini e cittadine a sostegno di Riace, che ha indetto per sabato 6 ottobre una manifestazione di solidarietà al sindaco Lucano. "L’accoglienza non è reato ma un dovere di civiltà!". 

“Desta stupore - ma impone anche rispetto per le decisioni della Magistratura verso la quale va espressa piena fiducia - la notizia dell’arresto del sindaco di Riace, Domenico Lucano. L’augurio è che Lucano dimostri la sua estraneità ai fatti che gli vengono attribuiti e che per lui valga, come per tutti, la presunzione di innocenza. Al di là di quanto gli viene contestato, resta il grande lavoro fatto dall’amministrazione di Riaceche ha costruito negli anni un “modello” di accoglienza e integrazione che ha ricevuto importanti riconoscimenti anche dall’estero e che ha mostrato la validità dello stretto rapporto che deve avviarsi con il territorio, unico modo per avviare un effettivo processo di incontro e comprensione innanzitutto tra esseri umani - sottolinea Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali -. L’augurio è che l’arresto di Lucano non diventi l’ennesima strumentalizzazione sul tema. Se Lucano ha sbagliato è giusto e doveroso che venga chiamato a rispondere. Utilizzare questa vicenda personale per colpire una modalità di accoglienza e integrazione dei migranti e dei richiedenti asilo in una stagione in cui lo straniero e l’altro sono visti con occhi non propriamente benevoli - conclude Gazzi - sarebbe da irresponsabili.” 
Don Virginio Colmegna: “Riace, esperienza da difendere”. Il presidente della Fondazione Casa della carità: “Al di là della vicenda giudiziaria che ha coinvolto il sindaco di Riace, Domenico Lucano, al quale siamo umanamente vicini e per il quale ricordiamo che nessuno è colpevole fino alla sentenza di un processo, vogliamo far presente che Riace è una validissima esperienza di integrazione e accoglienza, riconosciuta anche a livello internazionale, che va difesa e non criminalizzata, perché dimostra, anzitutto sul piano culturale, che i migranti accolti con umanità non sono una minaccia, ma una risorsa che rigenera un territorio producendo coesione sociale”. (ec)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)