Migranti. ResQ è pronta a partire: al via i preparativi dell'equipaggio
La nuova nave umanitaria, battente bandiera italiana, salperà in luglio per soccorrere i migranti nel Mediterraneo centrale. Le testimonianze di Lia Manzella, vice presidente di ResQ, di Juan Gil, capo missione, e Marina Castellano, coordinatrice sanitaria
Fervono i preparativi per l'avvio della prima missione di soccorso nel Mediterraneo di “ResQ - People Saving People”, nuova nave umanitari battente bandiera italiana. Si è praticamente conclusa la trattativa per l'acquisto della nave, selezionata tra una trentina di imbarcazioni, ancorata per ora in Spagna. “Contiamo di salpare in luglio”, assicura Lia Manzella, vicepresidente dell'associazione che nel 2020 ha lanciato il progetto. Tutto è partito da un gruppo di 17 amici, che poi si è allargato facendo “salire a bordo” diverse personalità, tra le quali anche l'ex pm Gherardo Colombo, che ora è presidente onorario di ResQ. I soci sono oltre 500. E man mano si sono aggiunte, nel gruppo più operativo, persone con esperienza nel settore marittimo o in quello umanitario. “Non si può lasciare nulla all'improvvisazione - sottolinea Lia Manzella -. Il nostro obiettivo è salvare vite umane, perché di questo c'è bisogno ancora oggi nel Mediterraneo”. Il 20 giugno si celebra la Giornata Internazionale del Rifugiato. “Dietro ogni persona che rischia di morire in mare c'è un nome, una storia, una famiglia. Non si può far finta di niente. Chiediamoci cosa vorremmo se fossimo in quella situazione? Noi siamo nella situazione di poter fare qualcosa, ossia salvarli”.
Saranno 20 le persone sulla nave che parteciperanno alla prima missione di ResQ: 10 dell'equipaggio e 10 per il soccorso. Il capo missione sarà Juan Gil, un “veterano” delle missioni di soccorso nel Mediterraneo Centrale. Risale al 2015 la sua prima esperienza, seguite da altre quasi ogni anno. “Con il soccorso in mare si vede subito l'impatto del proprio lavoro -sottolinea-. Lavoriamo sul filo di lana tra la vita e la morte. Ed è necessario essere molto organizzati, in modo tale che quando si avvista un'imbarcazione con i migranti tutti gli operatori agiscano come fossero un'orchestra sinfonica”. Dal personale sanitario al logista, dal mediatore culturale al cuoco: ognuno ha il suo compito preciso. “Anche la figura del cuoco è importante -aggiunge Juan-. È quello che sfamerà decine persone, oltre che tutto il personale. E deve farlo in spazi ristretti, cercando di preparare cibo nutriente e culturalmente accettabile da chi è soccorso. Pochi i cibi freschi per la difficoltà di conservarli adeguatamente, mentre prevarranno riso, legumi, cus cus”.
Rispetto a cinque o sei anni fa, oggi il soccorso dei migranti in mare è cambiato. “Nei primi anni c'erano grandi imbarcazioni con anche 500 migranti a bordo -racconta Juan-, poi c'è stata l'epoca dei gommoni da nove metri con 120/150 persone a bordo. Oggi si cominciano a vedere piccole barche di legno, con 30/40 posti, che si ribaltano facilmente se chi è a bordo si concentra su uno dei lati. Per questo durante le operazione di soccorso dobbiamo stare molto attenti”.
Marina Castellano da circa 18 anni è infermiera in contesti di guerra. Nel 2017 ha partecipato alla sua prima missione di soccorso nel Mediterraneo a bordo della Prudence di Medici Senza Frontiere e Sos Mediterranée. “Da allora ho deciso di operare in contesti in cui ci si occupa di migranti”, racconta. Per ResQ è la coordinatrice sanitaria. Spetta a lei organizzare l'assistenza medica sulla nave. “Stiamo mettendo a punto i protocolli d'intervento -spiega-. C'è poi da occuparsi del rifornimento di medicinali e dell'attrezzatura. Si deve pensare a tante cose, perché quando si è in mezzo al mare non si ha la possibilità di procurarsele. Ci sono cose che sembrano secondarie, ma possono fare la differenza. Come per esempio le cuffiette per i neonati, nel caso ci sia un parto a bordo. La testa è la parte da cui il bambino appena nato perde calore, meglio prevenire”.
“Vedere quelle persone sulle barche con le braccia alzate che chiedevano aiuto e avevano il terrore negli occhi è stato un colpo al cuore -aggiunge Marina, ricordando la sua prima missione-.Capisci che assolutamente devono essere salvate. Non mi interessa il dopo, il mio compito è salvare queste persone con i colleghi che hanno fatto questa scelta. Sugli aspetti politici ho smesso di pensare, le mie energie voglio utilizzarle per salvarle”.
ResQ ha lanciato una raccolta fondi per finanziare le missioni di soccorso. In questi giorni, in particolare, ha organizzato un'asta benefica -“C’è una nave che parte da casa mia”- sulla piattaforma Charity Stars. È possibile aggiudicarsi fotografie scattate da grandi fotografi, come Sebastiano Salgado. Ai fotografi si sono aggiunti anche scrittrici e scrittori: molti scrittori amici di ResQ hanno già deciso di sostenere la nave lanciando un messaggio in bottiglia e mettendolo all’asta su Charity Stars. Ogni messaggio è unico, pensato per questa occasione e scritto a mano. Nessuno sa cosa contiene, tranne chi lo riceve. Nicola LaGioia, Daria Bignardi, Loredana Lipperini, Michela Marzano, Fabio Geda, Giorgio Fontana, Rosella Postorino.