Migranti, presto la nave Mare Ionio tornerà a salvare vite nel Mediterraneo
Ieri, presso i Giardini di Handala di Palermo, si è svolto un pranzo sociale a cura di Mediterranea Saving Humans con lo scopo di raccogliere fondi per la nave umanitaria, pronta per la sua decima missione
E' stata rimessa a nuovo ed è ormai quasi pronta per solcare le acque del Mediterraneo e salvare le vite delle persone migranti che cercano un futuro migliore. Ieri, presso i Giardini di Handala di Palermo, si è svolto un pranzo sociale a cura di Mediterranea Saving Humans con lo scopo di raccogliere fondi per la nave umanitaria. Questa, infatti, è pronta a partire in vista della sua decima missione per la salvaguardia dei diritti umani delle persone migranti.
"Sono impegnata dal 2018 e cioè da quando è nata la missione della nave in mare - dice Francesca Leone una delle attiviste storiche di Mediterranea Saving Humans ed organizzatrici dell'evento di beneficenza -. La situazione del Mediterraneo rimane purtroppo immutata da quando non c'è più Mare Nostrum che aveva permesso, a tutte le realtà che operavano nel soccorso umanitario in collaborazione con lo Stato italiano, di salvare molte vite umane. Successivamente, con i decreti sicurezza tutti i provvedimenti restrittivi hanno di fatto impedito di operare alla guardia costiera italiana, lasciando solo alle navi umanitarie lo svolgimento della missione di salvataggio. I numeri delle vittime purtroppo continuano ad esserci e per questo, presto, anche la nave Mare Ionio si rimetterà in acqua per salvare donne, bambini e uomini. Sappiamo che è un compito sempre più difficile a causa di tutte le politiche vessatorie che vengono fatte su tutte le navi della società civile che operano in mare: sequestri amministrativi, ostruzionismo per gli sbarchi nei porti dopo i salvataggi e diverse persecuzioni ed accanimenti giudiziari. Le iniziative di oggi sono importanti per incontrare le persone, raccontando della mission di Mediterranea".
Le navi umanitarie continuano, infatti, ad avere parecchie difficoltà nello svolgimento delle loro missioni.
"Come, ormai succede da alcuni anni, dopo ogni salvataggio delle vite in mare, arriva il sequestro amministrativo delle navi nei porti. Il tempo tecnico per il dissequestro delle navi è variabile ma poi segue anche la quarantena precauzionale contro il Covid. Tutto questo ha sempre avuto costi molto alti se pensiamo che le navi vivono solo del sostegno della società civile - aggiunge ancora Francesca Leone -. La nave Mare Ionio ha subito dei sequestri che sono durati fino a tre mesi. Oggi la nostra nave è stata in manutenzione circa dieci mesi perché, essendo una nave di un certo tempo - che in nove missioni ha salvato oltre 550 persone -, era necessario che venisse rimessa a nuovo. Fortunatamente la gente è generosa e abbiamo anche qualche grosso donatore. Penso che in questo momento, grazie agli appelli continui sul tema - improntati al salvataggio, accoglienza e integrazione - operati da papa Francesco, la vera differenza sul piano del sostegno alle diverse missioni in mare la stia facendo la chiesa cattolica. Inoltre, la città di Palermo, oltre al sindaco sensibile al tema, ha un tessuto sociale molto forte fatto da tante realtà che sostengono Mediterranea. Quella che deve cambiare è la politica nazionale perché occorre uscire fuori da una impostazione esclusivamente denigratoria e discriminatoria che blocca quella che dovrebbe essere una vera e propria accoglienza delle persone migranti. Il tema migratorio è soprattutto un problema europeo perché l'Italia ed in particolare la Sicilia, sono considerate soltanto terre di transito".
Alla guida della nave c'è il noto attivista storico Luca Casarini. "Non riusciamo a capire perché, nonostante le tragedie del cambiamento climatico - sottolinea inoltre Luca Casarini - della pandemia e delle diverse povertà, dovrebbero diminuire i flussi migratori. Il fenomeno migratorio è ormai una mobilitazione umana strutturale in un mondo regolato da una dinamica fortemente diseguale e nettamente sbilanciata tra i nord e il sud, tra l'est e l'ovest. E' chiaro che non possiamo parlare di emergenze improvvise ma di flussi migratori che cambiano in relazione alle condizioni del pianeta sul piano anche degli stati di povertà e delle guerre civili. Proprio per questo, da metà novembre in poi, la nave Mare Ionio, adeguatamente rinnovata per fronteggiare anche il mare d'inverno, ritornerà nel Mediterraneo. L'equipaggio sarà composto da 11 persone più naturalmente il supporto che avremo dalle equipe delle altre flotti civili. Queste missioni sono ormai rodate e dentro, come sempre, abbiamo medico e psicologo pronti a rispondere ai diversi bisogni".
"Bisogna aprire gli occhi sul mondo che c'è e provare a sognare insieme, attivandoci concretamente, per avere il mondo che vogliamo - continua Casarini -. Ogni sforzo in più fatto sull'accoglienza è un punto in più sulla vita di condivisione futura. Il cambiamento reale in cui l'Italia deve fare, in Europa la sua parte è quello che deve portare ad abolire i respingimenti migratori e le politiche di esternalizzazione del problema. Smettiamola di spendere 10 milioni e mezzo di euro l'anno per finanziare la guardia costiera libica affiliata alle milizie. Destiniamo, invece, la stessa somma sempre alla Libia ricordandoci che questa ha bisogno di scuole, di ospedali, di istituzioni capaci e di stabilizzazione per la vita della società civile. Anche i corridoi umanitari sicuri sarebbero una strada per evitare che le persone migranti, si mettano in mano a trafficanti, decidendo di affrontare il viaggio in mare e mettendosi nella roulette russa della vita o della morte in acqua. Bisognerebbe, insomma, avere un'altra testa e anche un altro cuore perché ancora siamo davanti a una politica italiana ed europea non in grado di rispondere adeguatamente a questo problema".