La sensibilità politica dei giovani europei. Cosa dice la ricerca di Eurobarometro
Ecologia, educazione e disuguaglianza al centro delle preoccupazioni dei giovani europei.
La politica non è solo gestione degli equilibri di potere e amministrazione della realtà. La politica è anche manifestazione di idee e elaborazione di proposte per costruire una società e per rispondere ai bisogni emergenti dei cittadini. A questo, in fondo, servono la partecipazione e la democrazia.
Un’indagine, pubblicata dall’Eurobarometro, rileva le opinioni dei giovani europei tra i 18 e i 26 anni, su “Come costruire un Europa più forte ed unita” (How do we build a stronger and more united Europe). Dalla rilevazione è possibile cogliere alcune caratteristiche della cultura giovanile.
Compaiono immediatamente tre forti indicazioni sulle questioni centrali, dalle quali, secondo le nuove generazioni, sarebbe opportuno iniziare a costruire un’Europa coesa. Innanzitutto emerge l’ecologia: bisognerebbe proteggere l’ambiente e lottare contro i cambiamenti climatici per il 67% del campione intervistato. Seguono poi altre due tematiche: l’educazione e la disuguaglianza. Entrambi gli argomenti sono centrali per il 56% degli intervistati: i quali auspicherebbero da un lato un miglioramento dei sistemi di formazione e di istruzione e dall’altro lato politiche di contrasto alla povertà e alla disuguaglianza sociale ed economica. È possibile anche isolare dai dati i soli italiani, e le percentuali non si discostano molto: il 66% chiede miglioramenti ambientali, il 49% maggiore istruzione e il 44% politiche per ridurre le disuguaglianze. La forte differenza con gli altri cittadini europei si evidenzia sul lavoro: la tematica, rispetto alla media del 40%, raggiunge in Italia il 60%, d’altronde il nostro è il Paese con il più alto tasso di disoccupazione giovanile.
Per i giovani, dai risultati dell’indagine, il progetto europeo per essere più forte dovrebbe adottare politiche ambientali incisive, investire nel sistema di istruzione e diminuire le distanze sociali.
L’indagine raccoglie anche indicazioni sulla partecipazione, perché dentro uno scenario democratico non è sufficiente esprimere opinioni, per affermare le proprie idee occorre partecipare. Si scopre che le nuove generazioni europee (e italiane) non si tirano indietro: il 72% (76% in Italia), prima delle elezioni europee di maggio 2019, aveva votato durante le tornate elettorali amministrative o politiche, il 41% (44% in Italia) partecipa in organizzazioni di volontariato o di studenti, il 35% (il 53% in Italia) è sceso in piazza per manifestare, ha preso parte a uno sciopero o ha condiviso campagne.
Questi dati dunque ci mostrano giovani attivi che esprimono loro opinioni politiche e si impegnano per portarle avanti. Un bel segnale per il futuro della democrazia.