La missione in tre “d”. Tre appuntamenti con tre testimoni caratterizzano l’estate del Centro missionario a partire da metà luglio
Desiderare, dimorare, dialogare sono le parole chiave. E all’orizzonte il Missio meeting giovani. Ci siamo trovati di fronte a giovani che vogliono mettersi in discussione di fronte a persone partite, spinte dalla chiamata missionaria
3D come le tre dimensioni – lunghezza, altezza e profondità – dopo troppi mesi nei quali ci siamo accontentati di filtrare la realtà attraverso gli schermi bidimensionali di computer e telefonini, tra Zoom e videconferenze. Ma 3D anche come unione di tre verbi: desiderare, dimorare, dialogare. Verso una nuova meta.
Sa di ripartenza “Missio in 3D”, proposta del Centro missionario diocesano di Padova articolata in tre tappe, durante l’estate, in cammino verso il Missio meeting giovani che si terrà domenica 17 ottobre con il prezioso contributo e la collaborazione della pastorale dei giovani, con cui anche questo percorso è stato condiviso.
La ripartenza estiva serve a stare insieme, per trovare spazi di riflessione immersi nella natura e per far riverberare nella mente le parole dell’enciclica Fratelli tutti. Destinatari sono i giovani, dai 18 ai 35 anni, in particolare chi già coltivava, anche dentro il percorso “Viaggiare per condividere”, un’apertura alla dimensione missionaria.
La prima tappa è in programma sabato 17 luglio. “Osservando le stelle… mi interrogo!” è il titolo della camminata serale nei colli Euganei, con la guida di un astrofilo e di un geologo, in compagnia di don Mariano Dal Ponte per desiderare. «Don Mariano – racconta per conto del Centro missionario diocesano Giorgio Romagnoni, referente per l’iniziativa – può dare uno spaccato di quali siano le implicazioni della Fratelli tutti per l’impegno sociale, in virtù del suo ministero prima in Kenya e oggi in carcere». Una serata sotto le stelle come Abramo. «In Iraq, terra del patriarca, il papa ci ha ricordato attraverso l’incontro con le autorità locali come Abramo sia il padre anche di ebrei e di islamici. E stare sotto le stesse stelle ce lo ricorda».
Seconda tappa domenica 22 agosto, in compagnia di sorella Alessandra Buccolieri, biblista, un’escursione nei colli Berici con sosta a Casa Betania a Mossano (Vi) dal titolo “Camminando… ascolto!”. Un’esperienza per approfondire la seconda D, quella di dimorare: «Come vogliamo dimorare questa terra dopo l’anno e mezzo di pandemia che abbiamo passato? Con sorella Alessandra declineremo la Laudato Si’ confrontandola con la Parola».
La terza e ultima D, quella di dialogare, sarà al centro della proposta di domenica 12 settembre, una biciclettata lungo la riviera del Brenta dal titolo “Biciclettando… incontro!”, in compagnia di don Nandino Capovilla. «Saremo ospiti prima di don Nandino in parrocchia – rivela Giorgio Romagnoni – ma poi ci sposteremo nella vicina moschea per approfondire i temi del dialogo interreligioso». Base dell’incontro l’esperienza che sta vivendo don Nandino, avamposto del dialogo per contro di una Chiesa in uscita verso questi fratelli».
Ci si può iscrivere a uno o a più eventi inviando una mail all’indirizzo cmd.viaggiare@gmail.com. Agli iscritti verranno fornite le informazioni dettagliate sulla giornata.
«Questi incontri – aggiunge Sandra Zemignan del Centro missionario – sono l’occasione per incrociare testimonianze e allo stesso tempo vivere insieme una giornata per incontrarsi e stare insieme. Penso in particolare ai giovani di “Viaggiare per condividere”, che per il secondo anno non potranno partire, a causa della pandemia, per i loro viaggi in terra di missione». Eppure il Coronavirus non è riuscito, da solo, a fermare gli entusiasmi di questi ragazzi. «I giovani stessi – continua Zemignan – ci hanno chiesto espressamente, anche con le restrizioni sanitarie, di poter continuare a tenere viva la fiammella della dimensione missionaria che avevano iniziato a conoscere e a toccare con mano, sebbene il percorso di quest’anno, a parte forse i primi due incontri, si sia svolto interamente su Zoom». E l’impossibilità di viaggiare, lungi dall’allontanare i giovani dalla proposta, li ha paradossalmente avvicinati di più: «Chi aveva iniziato il percorso lo scorso anno ha chiesto di continuare almeno per un secondo anno. Ci siamo trovati di fronte a giovani che vogliono mettersi in discussione dalle scelte di persone che sono partite, spinte dalla chiamata missionaria. Rimane ancora molto alto il desiderio di confrontarsi sulla missione, che è la missione della Chiesa ma è anche una missione che può diventare chiamata per ciascuno nella propria quotidianità».
Sebbene “Viaggiare per condividere”, in una prospettiva di lento ritorno alla normalità (e di frontiere aperte) già da novembre riprenderà con i consueti ritmi, questi mesi hanno lasciato un prezioso insegnamento: «Tramite Zoom – rivela Sandra Zemignan – abbiamo potuto valorizzare voci e situazioni che prima non immaginavamo».