La mentalità novecentesca di cui facciamo fatica a liberarci: tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato
Il ministero dell’Economia controlla direttamente o indirettamente (tramite la Cassa depositi e prestiti) imprese con 480mila addetti (Eni, Enel, Poste, Saipem, Ansaldo, Montepaschi, Ferrovie, Rai…).
Lo Stato italiano sa malamente amministrare la giustizia e altrettanto malamente sa riscuotere le tasse: due funzioni che gli sono proprie ed esclusive. Perché mai dovrebbe essere capace di fabbricare acciaio e far volare aerei? Infatti non lo sa fare, e lo ha già dimostrato nei decenni scorsi proprio in questi settori. La Finsider pubblica non è altro che l’esperienza fallimentare dell’acciaio di Stato, trasformata poi in Ilva a Taranto e privatizzata. L’Alitalia ha sempre volato con soldi pubblici; ha sempre mangiato soldi pubblici. Non c’è un solo privato che da anni se ne voglia far carico, alle condizioni che lo Stato impone. E sì che il settore aereo è in… decollo in tutto il mondo e le altre compagnie aeree macinano utili sontuosi.
Ecco perché fanno venire i brividi coloro che – a cominciare dal ministro per lo Sviluppo economico – invocano la rinascita dell’Iri per “risolvere” le crisi aziendali in essere. Che poi sono oltre 500, in Italia; ma quelle di cui si occupa la politica massmediatica di oggi stanno dentro le dita di una mano. E perché lo Stato dovrebbe tornare a fare panettoni, automobili, finanza, telecomunicazioni e quant’altro? Per un’unica logica ormai alla luce del sole: se la politica non ha soluzioni, non propone… politiche, non sceglie ma preferisce rimandare, tergiversare e infine scaricare sulle spalle di tutti i contribuenti, ecco che l’Iri 2.0 tenta di risorgere dalle ceneri di un tempo che fu.
Ma non si creda che già ora lo Stato italiano si limiti ai compiti che gli sono propri. Oggidì il ministero dell’Economia controlla direttamente o indirettamente (tramite la Cassa depositi e prestiti) imprese con 480mila addetti (Eni, Enel, Poste, Saipem, Ansaldo, Montepaschi, Ferrovie, Rai…) e un valore complessivo di quasi 50 miliardi di euro. Oltre agli stipendi che il settore pubblico paga ad altri 3 milioni 200mila italiani.
È una mentalità novecentesca di cui facciamo fatica a liberarci. Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato. Una mentalità che ciclicamente emerge anche a livello ideologico, con l’ostilità – ne sa qualcosa il mondo delle scuole paritarie – o comunque il fastidio che chi governa prova per la sussidiarietà, a cominciare da un Terzo settore a cui si dovrebbero fare i monumenti in piazza. E invece…
Ecco un altro motivo per apprezzare la nostra presenza nell’Europa unita: essa ci proibisce gli “aiuti di Stato” (falsano la concorrenza). Lo sanno pure coloro che li invocano a ogni piè sospinto.