La corsa dell’inflazione. Quali sono le cause della risalita dei prezzi?

In Italia l’inflazione – salita verso la doppia cifra e ultimamente raffreddatasi – ad aprile ha cominciato a risalire.

La corsa dell’inflazione. Quali sono le cause della risalita dei prezzi?

Un modo di dire (ma i modi di dire raccontano molta verità) afferma che, quando i prezzi salgono, prendono l’ascensore; quando scendono, scelgono invece le scale affrontate con molta, molta prudenza. Lo sappiamo bene noi automobilisti, che abbiamo visto il prezzo dei carburanti impennarsi a livelli spaziali nel giro di due settimane, per ritornare ai livelli precedenti dopo più di un anno.
Ebbene, in Italia sta succedendo che l’inflazione – salita verso la doppia cifra e ultimamente raffreddatasi – si sia fermata ad un pianerottolo di discesa e ad aprile abbia cominciato a risalire. Lasciando basiti i più: perché era stato il caro-materie prime ad infiammarla, mentre ora il prezzo di petrolio e metano (e non solo) si sta calmando. Quindi?
Gli esperti raccontano un’altra storia: attualmente la nostra è un’inflazione (supera l’8%) da “profitti aziendali” più che da eccesso di domanda o da rincari di materie prime. Insomma, molte aziende stanno godendo dei risparmi per gli acquisti di materie prime ed energia, ma non abbassano i prezzi delle merci. Dilatando così i guadagni.
Chiaramente ogni politica aziendale mira a realizzare il maggiore profitto possibile. Questo è un momento in cui ci sta riuscendo facilmente, perché non stanno ancora agendo le due forze equilibratrici: i consumatori e la concorrenza.
In verità, i consumatori sono già in azione, perché i consumi sono freddini. C’è solo il mercato automobilistico in gran ripresa, ma dopo molti mesi agghiaccianti: non c’erano auto da vendere. Il mercato immobiliare s’è fermato; i carrelli della spesa al supermercato sono in leggero, ma continuo svuotamento; la crescita dei tassi d’interesse frena gli acquisti finanziati.
Allora è la concorrenza che sta mancando. Sono evidenti, nei cartellini dei prezzi, i taciti accordi che le aziende del settore hanno concluso: se nessuno fa il “furbo” abbassando repentinamente i prezzi di vendita, tutti ci guadagnano molto. Finché funziona, è una pacchia (per loro). Poi di solito qualcuno rompe l’equilibrio per conquistare quote di mercato, e l’incantesimo svanisce. Oppure lo sciopero dei consumatori provoca mancate vendite che andranno stimolate abbassando i prezzi.
Se è così, i prossimi mesi saranno migliori di questo aprile che ci ha fatto tornare indietro di decenni (negli ultimi 35 anni il picco massimo d’inflazione è stato un 7%…).

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Fonte: Sir