La contrazione dei matrimoni. Una nota a partire dalla recente pubblicazione dei dati Istat sui matrimoni in Italia
Ormai da tempo nella fascia d’età tra i 16 e i 49 anni è più facile trovare single che coniugati.
Uno degli elementi che più di altri ci indicano delle trasformazioni che stanno attraversando le famiglie è la contrazione dei matrimoni. È un costume sempre meno diffuso, perché sembra ridursi il numero delle persone che decidono di formalizzare la loro unione.
Nel 2021 ultimo dato a nostra disposizione, da poco pubblicato dall’Istat, sono stati celebrati oltre 180mila matrimoni in Italia. A prima vista si può notare che la cifra è quasi raddoppiata rispetto all’anno precedente, quando il lockdown pandemico aveva consigliato a moltissimi di congelare la scelta di sposarsi.
Tuttavia l’impennata è riuscita solamente a recuperare la distanza con il 2019. Nell’anno prepandemico il numero dei matrimoni era stato 184mila. Così si conferma la decrescita continuativa che da oltre un decennio si realizza nel Paese.
La diminuzione – è utile ricordarlo – è un effetto del calo del numero complessivo della popolazione giovanile, tra di loro – in passato almeno – si trovavano le persone che più facilmente convolavano a nozze. Lo osserviamo quando l’Istat confronta il numero dei primi matrimoni: nel 2019 erano stati 146mila nel 2021 sono stati 142mila, la differenza nel computo dei matrimoni totali è tutta lì.
Però questa è solo la punta dell’iceberg di un più profondo cambiamento che attraversa la società. Per interpretare il mutamento bisogna vedere i tassi di nuzialità. Il confronto tra i due anni considerati ci mostra anche che è rimasta sostanzialmente stabile la propensione a sposarsi: nel 2019 i tassi di nuzialità (il rapporto tra il numero di sposi e di spose su 1000 persone i 16 e i 49 anni) era di 410,4 per gli uomini e 454,7 per le donne, nel 2021 è stato di 412 e 457,5. Se confrontiamo questi dati su un tempo più lungo vediamo che nel 2016 ad esempio i tassi misuravano 456,4 per gli uomini e 502,8 per le donne. Queste indicazioni ci evidenziano che ormai da tempo nella fascia d’età tra i 16 e i 49 anni è più facile trovare single che coniugati. L’effetto sembrerebbe da attribuire alla tendenza a posticipare la scelta di sposarsi. Negli anni spiegano i ricercatori è possibile osservare che “la propensione a sposarsi diminuisce tra i più giovani (-16% e -9,7% rispettivamente tra uomini e donne fino a 30), mentre presenta un recupero a partire dai 30 anni (+6,3% e +8,4% rispettivamente tra uomini e donne)”. Così la tendenza porta già oggi l’età media al primo matrimonio a 34,3 anni per gli sposi e 32,1 per le spose. Queste indicazioni ci mostrano anche che con il passare degli anni, soprattutto tra gli uomini diventa meno presente la propensione a convolare a nozze. Si cercheranno così progettualità di vita diverse.