Iva al volontariato, Csvnet: “Si trovi una soluzione per scongiurare la misura”
Tomassini: "Gli oneri contabili e gli adempimenti burocratici sarebbero insostenibili senza peraltro portare vantaggi alle casse dello Stato". E ricorda: "Il ruolo che il terzo settore ricopre nel nostro Paese, merita di essere tutelato con norme certe e stabili"
La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il decreto Fiscale contenente la norma secondo cui le attività svolte da enti non profit finora escluse dall'Iva, dal 01 gennaio 2022 ne saranno invece considerate esenti. Questo significa per migliaia di enti l'obbligo di apertura della partita Iva con conseguenti aggravi burocratici e amministrativi. CSVnet, l’associazione nazionale dei centri di servizio per il volontariato, rilancia l’appello a cancellare la norma.
“Dopo l’approvazione al Senato - commenta la presidente di CSVnet Chiara Tommasini -, tutto il mondo dell’associazionismo e le rappresentanze a livello nazionale hanno chiesto a gran voce alle forze politiche di scongiurare questa misura insensata e gravosa per il non profit. Gli oneri contabili e per gli adempimenti burocratici dovuti all’apertura della partita Iva sarebbero insostenibili senza peraltro portare vantaggi alle casse dello Stato”.
“Ci appelliamo nuovamente - aggiunge Tommasini - alle forze politiche parlamentari affinché correggano con gli emendamenti alla Legge di Bilancio questa norma. Dalle interlocuzioni di questi giorni con rappresentanti parlamentari sappiamo che in molti si stanno adoperando per trovare adeguate soluzioni. Ringraziamo coloro che si sono attivati e hanno ascoltato le ragioni del terzo settore. Ma rinnoviamo l’appello a scongiurare tale provvedimento che metterebbe in grande difficoltà una larga parte delle associazioni che sono in prima linea per sostenere le proprie comunità e le persone in difficoltà in questo difficile periodo di emergenza sanitaria. Auspichiamo che questo dibattito - conclude la presidente di CSVnet - sia utile a trovare finalmente una cornice giuridico-fiscale agli enti del terzo settore per non esporli più alle correnti delle procedure di infrazione comunitarie: per il ruolo che il terzo settore ricopre nel nostro Paese, merita di essere tutelato con norme certe e stabili”.