Ius Scholae, in piazza i ragazzi senza cittadinanza: “Approvare la legge subito, non c’è più tempo”
Il provvedimento approda domani alla Camera. Il movimento Dalla parte giusta della storia ha improvvisato a Roma un matrimonio simbolico col nostro paese. Testimone di eccezione la modella Bianca Balti. Il relatore della legge, Brescia (M5S): “Siamo all’ultimo passo ma resta lo scoglio del Senato”. Mauri (Pd): “Sanare la ferita della riforma interrotta nella scorsa legislatura”
Un matrimonio in piena regola, con tanto di sposa, testimoni e celebranti a cui manca un protagonista, l’altro coniuge: l’Italia. A celebrare il rito la campagna Dalla parte giusta della storia che chiede al nostro paese di prendere finalmente un impegno con i tanti ragazzi nati o cresciuti in Italia ma ancora senza cittadinanza. Il sit in è stato organizzato alla vigilia dell’approdo in aula dello ius scholae, il progetto di riforma della legge 91/92 che lega l’acquisizione della cittadinanza a un percorso di studi di cinque anni. “Cerchiamo di essere ottimisti, sperando che si arrivi all’approvazione definitiva della legge - sottolinea Susanna Owusu, una delle attiviste della Rete per la riforma della cittadinanza - Oggi siamo di nuovo in piazza per dare continuità a una mobilitazione che abbiamo iniziato nel febbraio scorso sotto lo slogan #Italiadimmidisì chiedendo a questo paese di riconoscerci finalmente come cittadini”.
Ada Ugo Abara nei giorni scorsi ha portato la voce dei ragazzi senza cittadinanza fino al Quirinale, ricevuta in udienza dal presidente Sergio Mattarella. “Ho raccontato al Capo dello Stato le nostre storie ordinarie di italiani di fatto ma non di diritto - racconta -. Da garante della Costituzione gli abbiamo chiesto di far assumere ai partiti un atto di responsabilità. Lui ci ha detto che per lui siamo già italiani, una ricchezza per questa società”.
Al matrimonio simbolico in piazza Capranica tra i testimoni di eccezione anche la top model Bianca Balti. “ Sono qui perché ho tanti amici nati e cresciuti in Italia ma ancora senza cittadinanza e lo trovo assurdo. L’italia è cambiata in trent’anni, oggi è necessaria una riforma - spiega -. Queste persone in Italia le chiamiamo di ‘seconda generazione’ ma sono loro la prima generazione di italiani, non è giusto che debbano combattere per avere un diritto che dovrebbe essere naturale. Se i diritti non vengono riconosciuti a qualcuno un giorno potrebbero non essere riconosciuti anche a noi. Fondamentale dunque lottare non per questi ragazzi ma per tutti noi”.
Per il relatore della legge, Giuseppe Brescia (M5S) quello di domani, con l’inizio della discussione in aula alla Camera è un “ultimo passo dopo mesi. Poi bisognerà superare lo scoglio del Senato - spiega -. Stiamo parlando del riconoscimento di qualcosa che nei fatti già esiste. Sono 800mila gli alunni di origine straniera nelle scuole italiane, che meritano una nuova normativa. La legge 91 del ‘92 è nata già vecchia. Ora abbiamo il compito di portare a compimento la riforma entro fine legislatura, non c’è più tempo per rinviare ancora”. Anche per Matteo Mauri (Pd) il tempo è adesso: “Dobbiamo sanare la ferita della precedente legislatura quando la riforma della cittadinanza arrivò vicina alla fine ma poi venne tirato il freno a mano - spiega - Oggi la politica e le leggi non sono al passo con la storia. Ma stare dalla parte giusta della storia, dalla parte dell’Italia è riconoscere i diritti ai cittadini italiani di fatto”.
In rappresentanza della città di Roma è intervenuta anche l’assessora alle Politiche sociali, Barbara Funari: “E’ importante partire da qui, partire dalla Capitale per ribadire un principio giusto - afferma -. Oggi a questa festa di piazza manca un invitato, l’Italia. Oggi abbiamo bisogno di una nuova legge, Roma c’è e sta già dalla parte di questi ragazzi, e dunque dalla parte giusta”.