Ipotesi sequestro di persona anche su Sea Watch. “Situazione era disumana”
Potrebbe essere un nuovo caso Diciotti. Ora l'indagine passa alla procura di Catania. Linardi: “Ci dà speranza che la procura voglia indagare su scelte ministeriali che non hanno permesso di assegnare subito un porto sicuro”
ROMA - “Ci dà speranza ora vedere la legge fare il suo corso, ci dà speranza che la procura voglia indagare sulle scelte ministeriali che non hanno permesso di assegnare subito un porto sicuro alle persone salvate in mare. La nostra condotta è già stata valutata, non è stato trovato nulla di sbagliato, è stato affermare la banalità del bene. Meglio tardi che mai, direi. Ora si valuterà se il governo abbia agito bene o male nel lasciare a un miglio dalla costa queste persone”. Commenta così Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch, la notizia dell’ipotesi di sequestro di persona in relazione alla vicenda che a fine gennaio scorso ha visto coinvolta la nave dell’ong tedesca. Ieri la procura di Roma, nel trasmettere il fascicolo ai colleghi siciliani ha ipotizzato il reato, ora la procura di Catania ha aperto un’indagine e si ipotezza un nuovo caso Diciotti.
“In quei giorni parlavamo chiaramente di una situazione in cui le persone erano tenute in ostaggio sulla nostra nave - aggiunge Linardi -. Ci è stato molto chiaro da subito che quella fosse una scelta deliberata. Era assurdo restare per una settimana a un miglio dalla costa, raggiungibile in 5 minuti di navigazione, con 47 persone soccorse una settimana prima. Nel fare ingresso nelle acque territoriali italiane abbiamo comunicato alle autorità lo stato di necessità, per cui la nave doveva entrare nel porto a cercare riparo, è stata invece lasciata all’ancora. Siamo stati costretti a far dormire queste persone al freddo, in una condizione che ricordava lo stato di prigionia”.
La portavoce di Sea Watch ricorda che proprio in quei giorni si avanzava l’ipotesi di giudizio sul caso Diciotti. “Un atteggiamento dunque reiterato - afferma -, la magistratura farà il suo corso, non sta a noi valutare se sia stato sequestro di persona, di sicuro si è trattato di una situazione anomala, insostenibile e disumana, che va chiarita. Non a caso è stato anche fatto ricorso urgente alla Corte europea dei diritti dell’uomo, proprio in relazione agli articoli relativi alla privazione della libertà e ai trattamenti inumani e degradanti”. Sea Watch fa sapere di essere pronta a testimoniare e a fornire tutta l'evidenza necessaria (come per altro già fatto con le procure di Siracusa e Catania nei giorni di stallo) “perché la magistratura possa avere tutti gli elementi necessari a fare le proprie valutazioni”. (ec)