Il Natale (per tutti) di Sant'Egidio: torna il pranzo con chi è in difficoltà

Il 25 dicembre 150 persone senza dimora, anziani e rifugiati si ritroveranno nella Basilica di  Santa Maria in Trastevere, a Roma. La comunità, anche grazie alla campagna solidale “Aggiungi  un posto a tavola”,  raggiungerà 80 mila persone in Italia e 240  mila nel mondo

Il Natale (per tutti) di Sant'Egidio: torna il pranzo con chi è in difficoltà

"Dopo lo stop dello scorso anno imposto dalla pandemia torna, grazie alle vaccinazioni, il pranzo di Natale a Santa Maria in Trastevere, nel rispetto delle misure anti-Covid". Lo rende noto la Comunità di Sant'Egidio ricordando che il 25 dicembre 150 persone senza dimora, anziani e rifugiati, muniti di green pass, si troveranno nella basilica dove è nata la tradizione del Natale con i poveri, amici di tutto l'anno della Comunità. A tavola verrà servito, con apparecchiatura e posate compostabili, il menù tradizionale della festa (lasagne, polpettone, lenticchie, dolci natalizi) e ciascuno riceverà un dono personalizzato, come avviene in ogni famiglia.
"Famiglie monoreddito, lavoratori precari,  madri sole, anziani.  Sono i "nuovi poveri" figli della pandemia, aumentati in modo esponenziale nell’ultimo anno e mezzo. Uomini e donne, in prevalenza italiani con un’età compresa fra i 36 e i 50 anni, costretti per la prima volta a bussare alle porte della Comunità di Sant’Egidio per chiedere aiuto". Per non lasciare indietro nessuno, da marzo 2020 la Comunità ha moltiplicato i propri sforzi e prosegue l'impegno  anche a Natale, con la campagna solidale “Aggiungi  un posto a tavola”, per regalare ai più fragili un pranzo degno della festa. Il 25 dicembre, Sant’Egidio vuole raggiungere almeno 80mila persone in difficoltà sparse in tutta Italia, 240mila in tutto il mondo, per regalare loro un pasto abbondante e vivere una festa che non escluda nessuno. Per contribuire basta un sms o una chiamata da rete fissa al numero 45586. L’iniziativa è attiva fino al 27 dicembre.

Triplicato il numero di pacchi alimentari distribuiti da Sant’Egidio dall’inizio della pandemia, circa 500mila. Oppure quello dei pasti serviti nelle mense e in strada, più che raddoppiato a quota un milione. Non solo: per rispondere all’aumento del bisogno, sono sorti nuovi centri per la distribuzione di cibo in ben 30 città. Solo nella Capitale il numero delle strutture è passato da 3  a 28.  

"Le ferite del Covid sono ancora aperte - ha affermato il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo - Questa stagione di emergenza non si è ancora conclusa e si può affrontare soltanto insieme. Bisogna superare l'inerzia e lo stordimento di questo periodo che ci ha provato: i cittadini e le istituzioni devono unirsi per una grande mobilitazione in favore di chi ha subito maggiormente le conseguenze economiche e sociali della pandemia. C'è bisogno di un salto di solidarietà e responsabilità. Le feste di Natale, momento caldo e di famiglia, saranno l'occasione per aggiungere un posto a tavola e per non dimenticare chi ha bisogno». A margine della conferenza stampa, il presidente di Sant’Egidio ha annunciato l'arrivo delle prime famiglie di afgani con i corridoi umanitari dall'Iran e dal Pakistan.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)