Ich bin ein Berliner. La mostra a Montagnana fino all'8 febbraio. Dal 24 febbraio al 28 marzo a Padova al "Magarotto"
È stata inaugurata lo scorso 15 dicembre, in anteprima per il Veneto, all’Educandato Statale “San Benedetto” di Montagnana, la mostra fotografica Ich bin ein Berliner. Il titolo riprende la celebre affermazione di John Fitzgerald Kennedy (Io sono un Berlinese) del 26 giugno 1963 pronunciata a Berlino Ovest in solidarietà dei cittadini della capitale tedesca in occasione della costruzione del muro da parte della Repubblica Democratica Tedesca per evitare la fuga in occidente dei suoi cittadini in cerca di libertà dalla dittatura comunista.
A 30 anni dalla caduta del Muro di Berlino, l’Educandato Statale “San Benedetto” ha voluto così celebrare quell’evento riproducendo in formato 40x60 i lavori fotografici di Elisa Santoro (Milano, 1982) e Salvatore Uccello (Milano, 1974), autori delle 28 immagini che costituiscono l’itinerario storico-fotografico della mostra. Curata da Andrea Malaman per AM ArtEVEntS, e per la parte didattica dai docenti di Storia dell’Arte degli Istituti dell’Educandato, Giorgio Danali, Massimo Narduolo e Luciana bassi, i lavori fotografici raccontano l’evoluzione di alcuni dei paesi europei oltre la ex cortina di ferro dalla caduta del Muro di Berlino e dal successivo crollo dell’Unione Sovietica, evento che ha rivoluzionato gli equilibri geopolitici dell’intero mondo. L’allestimento della mostra troverà spazio al piano terrà dell’Istituto formativo montagnanese, e parte da Berlino per una duplice ragione: cronologica e simbolica.
Il fatto che oggi sia una delle città più pulsanti, vivaci e moderne d’Europa è assolutamente incredibile e al tempo stesso ammirevole se si pensa che trent’anni fa l’intera popolazione viveva sotto una dittatura. Tuttora, però, sono ancora presenti ben in vista le cicatrici dell’occupazione e della divisione, probabilmente una delle ragioni che hanno contribuito a trasformarla nell’attuale metropoli caleidoscopica che conosciamo. Il viaggio poi continua con delle immagini delle ex-Repubbliche Socialiste Sovietiche come Lituania, Estonia e Lettonia.
Tre stati apparentemente molto simili tra loro, ma con delle differenze sostanziali nel modo in cui hanno riacquistato la loro indipendenza e in cui hanno saputo rideterminare il loro rapporto con la Russia. Sempre nell’ambito dell’ex-Urss, non mancano poi immagini dell’Ucraina che forse è lo stato che ha pagato il prezzo più alto per la sua libertà. Dilaniata da anni di guerra civile tra coloro che, sentendosi russi, vogliono rimanere all’interno dei confini di Mosca anche attraverso lo smembramento del paese e l’annessione delle regioni orientali da parte della Russia e coloro che invece non si sentono per nulla russi e vogliono che permangano i confini proclamati in occasione della dichiarazione di indipendenza dall’Urss. Il viaggio fotografico prosegue poi in Polonia e Romania.
In Polonia, un ruolo chiave è stato giocato da Solidarność, che ha trasformato le rimostranze sindacali ed operaie in un movimento capace di far cadere il regime dittatoriale comunista scrivendo un nuovo capitolo della storia del paese, finalmente libero da domini o influenze straniere (in particolare russe e tedesche). In Romania invece, la società civile, stritolata tra l’ombra imponente di Mosca e la violenza di un dittatore dispotico come Nicolae Ceauşescu, è riuscita a trovare la forza di fare la rivoluzione sconfiggendo l’uomo che dal 1965 al 1989 ha ridotto la Romania in una prigione a cielo aperto, rendendo i decenni di suo dominio uno dei periodi più bui del paese. Infine il “viaggio” si concle a Mosca, altezzosa e sprezzante, ma con un fascino unico.
Capitale dell’ex Impero Sovietico e oggi della nuova Russia capitalista risorta dalle ceneri del Socialismo di Lenin, Trotsky e Stalin, Mosca oggi è una città tanto grande quanto imperiale, che sembra portare con orgoglio i simboli del comunismo e della magnificenza che volevano trasmettere alla popolazione e al mondo attraverso le grandiose opere pubbliche (per esempio la celeberrima ed incantevole metropolitana, una delle più belle al mondo), gli imponenti palazzi dell’era staliniana e le enormi sculture in onore della rivoluzione comunista e dei suoi eroi di Stato. La mostra Ich bin ein Berliner oltre ad essere materia di studio, approfondimenti e ricerche per gli studenti delle scuole annesse all’Educandato, è aperta al pubblico tutti i giorni dalle ore 10 alle 18, fino a sabato 8 febbraio. Successivamente da lunedì 24 febbraio a sabato 28 marzo la mostra si trasferirà a Padova all’Istituto “A.Magarotto”, sede del Convitto Statale, di una sezione del Liceo Classico Europeo e di una dell’I.I.S.Ruzza, con un nuovo allestimento.