I vecchi poveri di prima. Una riflessione a partire dal report Istat sulla povertà
Ancora una volta sono le famiglie nel Mezzogiorno, le più giovani, le famiglie con più di tre figli e le famiglie composte da cittadini stranieri a essere colpite con più forza.
Quando si getta lo sguardo sulla povertà in Italia ci si accorge che non avviene niente di nuovo. I diversi studi che periodicamente descrivono fenomeno offrono sempre indicazioni simili. Forse proprio la staticità dello scenario è il fatto più drammatico.
Le categorie sociali colpite sono sempre le stesse. L’immagine, che viene ricostruita dai dati, si ripete nel tempo, è cristallizzata. La situazione è ancora più grave se si considera che in questi ultimi anni sono tate introdotte misure che avrebbero dovuto allentare la pressione proprio su quelle persone.
Il recente rapporto dell’Istat sulla povertà evidenzia la stabilità del fenomeno, che dopo essere cresciuto nel 2020 per via della crisi economica conseguenza della pandemia, non ha visto una diminuzione nell’anno seguente e per il futuro le previsioni non offrono molte speranze per un cambio di tendenza.
Ancora una volta sono le famiglie nel Mezzogiorno, le più giovani, le famiglie con più di tre figli e le famiglie composte da cittadini stranieri a essere colpite con più forza. La povertà assoluta tocca 9,4 milioni di persone, il 7,5% delle famiglie residenti in Italia.
Il dato più allarmante lo osserviamo quando ci si concentra sui minori: 1,4 milioni di ragazzi sotto non riescono a vivere con un livello di vita minimamente accettabile. Le conseguenze della loro vita non si limitano soltanto al presente, ma saranno proiettate nel loro futuro. Gli effetti riguardano le condizioni in cui studiano e gli strumenti con cui affrontano il loro percorso di istruzione, riguardano le opportunità di praticare uno sport, di avere una vita sana, di poter godere delle possibilità di gioco simili a quelle dei loro coetanei. La ferita che si apre nella loro storia oggi, avrà una cicatrice che porteranno nella loro vita futura.
Un altro dato preoccupante si rileva quando ci si concentra sull’incidenza della povertà nelle famiglie composte da cittadini non italiani. In questo caso l’impatto sale al 32,4%. Il livello è cinque volte superiore a quello relativo alle famiglie italiane. Il fenomeno è molto esteso e ci dice del ritardo con cui i cittadini stranieri vengono accolti e riescono a inserirsi nelle comunità locali. Tra l’altro circa la metà dei minori in stato di povertà proviene proprio da quelle famiglie. Oltre 700mila ragazzi che avranno una sfida ulteriore da affrontare per integrarsi con i loro compagni.
Passano gli anni, la percentuale aumenta o diminuisce di qualche decimo, purtroppo i soggetti colpiti dalla povertà continuano a essere i vecchi poveri di prima.