I lavoratori domestici sono oltre 2 milioni, 6 su 10 irregolari

Secondo l’Osservatorio Domina, la regolarizzazione porterà un gettito di almeno 160 milioni. Aumentano le badanti italiane (dal 2012 gli assistenti familiari italiani sono più che raddoppiati) e aumenta l’età media

I lavoratori domestici sono oltre 2 milioni, 6 su 10 irregolari

Secondo i dati INPS 2019, i lavoratori domestici regolari sono in lieve calo rispetto al 2018 (-1,8%). Dal 2012 (anno dell’ultima regolarizzazione), si è registrata una perdita netta di 165 mila unità (-16,3%). Distinguendo per tipologia di mansione, si registra una modesta prevalenza di collaboratori familiari (colf, 52%) sugli sssistenti familiari (badanti, 48%). In realtà negli ultimi anni sono costantemente aumentate le badanti (+11,5% dal 2012) e diminuite le colf (-32,1%). I dati sono quelli fortniti oggi da Domina, l’Osservatorio nazionale sul lavoro domestico.

1,2 milioni non in regola (in totale 2 milioni). “In realtà, da fonti Istat sappiamo che il tasso di irregolarità nel settore domestico è del 58,3% - afferma -, per cui la componente registrata all’Inps rappresenta meno della metà del totale. Complessivamente, il numero di lavoratori domestici è dunque sostanzialmente stabile intorno ai 2 milioni di unità”.

Aumentano le badanti italiane. Tra gli assistenti familiari (badanti), gli stranieri hanno registrato un lieve ma costante calo dal 2012 (-5,2%), mentre gli italiani invece sono più che raddoppiati (+125,8%). Anche tra i collaboratori domestici, gli stranieri hanno registrato un netto calo dal 2012 al 2019 (-41,7%), mentre gli italiani sono pressoché invariati (+1,4%). “Sebbene gli stranieri siano ancora in netta maggioranza (70,3%) – si precisa -, otto anni fa questa percentuale era nettamente maggiore (81,1%): mentre gli stranieri sono diminuiti (soprattutto tra i collaboratori domestici), gli italiani sono aumentati (prevalentemente tra gli assistenti familiari)”.

Aumenta l’età media. Un’altra tendenza significativa riguarda le classi d’età: se nel 2012 la maggioranza dei lavoratori domestici aveva un’età compresa tra 30 e 49 anni (54%), oggi la fascia più numerosa è quella con oltre 50 anni (52,4%). Nello stesso momento è diminuita anche la componente giovane (sotto i 29 anni), passata dal 14,5% al 5,3% del totale.

I potenziali beneficiari della “sanatoria”. La regolarizzazione inserita nel DL 34/2020 (Decreto Rilancio) si rivolge al settore agricolo e a quello domestico. Secondo le stime dell’Osservatorio domina, i domestici extra-comunitari senza regolare contratto di lavoro sono 565 mila (non tutti senza Permesso di Soggiorno).

Costi e benefici. “Considerando solo i costi diretti (contributo forfettario e spese amministrative), per avere un vantaggio economico occorre che le pratiche di regolarizzazione siano oltre 200 mila. Se invece consideriamo che un lavoratore domestico regolare paga tasse e contributi, già con 100 mila beneficiari avremmo un gettito netto per lo Stato di 161,4 milioni di euro annui, che salirebbero a 279,7 milioni con 150 mila beneficiari e a 399 milioni con 200 mila beneficiari”, calcola l’Osservatorio.

“Ricordando che sono oltre un milione i lavoratori domestici senza contratto di lavoro, anche se si riuscissero a ‘sanare’ 200 mila lavoratori stranieri, sarebbero solo una piccola parte di tutti gli irregolari, commenta Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale Domina. “La mancanza del Permesso di soggiorno dei lavoratori non è l’unico problema – conclude -: in questo periodo di difficoltà economica, le soluzioni adottate dalle famiglie sono principalmente tre: la riduzione  delle ore richieste al lavoratore domestico, la totale interruzione del rapporto di lavoro o la mancata dichiarazione del rapporto all’Inps – nella speranza, errata e pericolosa, di risparmiare sui costi del lavoro domestico”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)