I bambini invisibili del Senegal che non sono registrati all’anagrafe
Le donne di Sedhiou chiedono procedure chiare e semplificate per registrare i bambini all’anagrafe già dall’ospedale, cosa impossibile per loro. E’ così che una volta arrivati all’età scolare i bambini hanno difficoltà di accedere alla scuola perché non registrati
Alcune sono già nella sala alle 8,30, assonnate, ma contente di ritrovarsi. Altre arrivano più tardi. Il viaggio dal villaggio di Bounkiling è lungo. Sono quasi 2 ore e prevede l’attraversamento del fiume Soungrougrou con una chiatta arrugginita, in attesa della fine della costruzione del ponte ad opera di una ditta cinese. Gli sguardi affaticati ma cordiali, il piacere di ritrovarsi. Sono le donne dei gruppi risorsa di Sedhiou, Bounkiling e Goudomp, regioni sud del Senegal, nella Casamance, coinvolte nel progetto Essere Donna, promosso da Cospe nella regione grazie al contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che insieme alla Region Médical e al Centro salute Globale della regione Toscana, lavora sui diritti sessuali e riproduttivi delle donne dell’area.
E’ quasi un anno che condividono problemi, preoccupazioni e hanno anche cercato di indicare soluzioni da adottare in tema di diritto alla salute sessuale e riproduttiva attraverso la scrittura di un’agenda pubblica. Una lista di questioni aperte, alcune delicate e dolorose per molte di loro, come le mutilazioni genitali femminili, pratica abbastanza diffusa nell’area, altre relative all’autonomia decisionale ad esempio sul parto in ospedale, spesso osteggiato dalle suocere per tradizione e indice di debolezza, e frenato anche dai costi che, seppur contenuti, alcune famiglie non possono permettersi.
Ma al centro dell’attenzione delle donne ci sono anche i diritti dei loro figli. Le donne risorsa di Sedhiou chiedono procedure chiare e semplificate per registrare i bambini all’anagrafe. Anche chi partorisce negli ospedali ritiene spesso che il certificato di parto possa valere come documento di nascita. Le molte che partoriscono a casa talvolta ottengono un certificato di parto dal capo villaggio, facente funzioni di stato civile a livello territoriale, spesso neppure quello.
E’ così che una volta arrivati all’età scolare i bambini hanno difficoltà di accedere alla scuola perché “invisibili” e non registrati. “Negli anni abbiamo già sensibilizzato le scuole e adesso alcuni direttori, spinti anche dal Ministero dell’Educazione, ammettono i bambini non registrati ai corsi” afferma Kahdy Mane, una delle donne risorsa “ ma il problema si presenta agli esami. Alla fine del ciclo scolastico i bambini non registrati non vengono ammessi agli esami”.
L'articolo 7 della Convenzione sui diritti del fanciullo cita "Tutti i bambini hanno il diritto alla registrazione della loro nascita senza discriminazioni". Questo testo è uno dei più potenti strumenti internazionali per garantire l'equità di accesso a un'ampia gamma di servizi e interventi per i bambini di tutto il mondo. I dati dell'Unicef del 2017 rivelano che si tratta di un problema rilevante in varie parti del mondo ma il tasso di registrazione delle nascite nell'Africa sub-sahariana è il più basso e si attesta al 43% in tutta la macro regione.
Anche l’analisi dell’Agence Nationale de la Statistique et de la Démographie Senegalese rileva che la situazione è più critica proprio nelle regioni di Kaffrine e Sédhiou, dove meno di quattro nascite su dieci sono state dichiarate in tempo e, di conseguenza, hanno un certificato di nascita. A Sédhiou, il 36,4% delle persone ricorre a una sentenza supplementare. E’ infatti sempre possibile registrare successivamente la nascita andando con ambedue i genitori in tribunale anche se comporta qualche costo in più. “E’ importante informare le donne di questa possibilità e anche della stessa possibilità per le ragazze madri “ continua Khady Mane, sapendo che Sedhiou ha uno dei più alti tassi di gravidanze precoci di tutto il Senegal.
Nella riunione la discussione si anima, si scambiano informazioni sui documenti necessari da portare in tribunale, si fa menzione di tante insegnanti che hanno tirato fuori i soldi di tasca loro pur di far sì che alcuni ragazzi potessero sostenere gli esami, convincendo i genitori ad andare in tribunale a registrare i propri figli. Una cosa è certa: la determinazione di queste donne è davvero tanta, l’energia anche. La riunione si chiude con la decisione di chiedere al più presto la convocazione di un tavolo di concertazione che metta insieme le autorità locali e sanitarie, i direttori delle scuole e altre Ong e organizzazioni internazionali che stanno lavorando nella regione per affrontare il problema, perché si riescano a dare informazioni univoche e chiare a tutte le donne e si adottino in tutta la regione le buone pratiche sperimentate a livello locale.
"La registrazione delle nascite è un passaporto per la tutela dei diritti di ogni bambino" afferma l’Unicef perché si lega a quello di tanti altri diritti come i diritti socio-economici, come il diritto alla salute e il diritto all'istruzione, appunto. La forza e la fermezza delle donne risorsa di Sedhiou, una speranza per i tanti bambini invisibili della regione e speriamo un esempio per altre aree del Senegal. (Anna Meli, direttrice Comunicazione Cospe)
Anna Meli